Nel rispetto dei diritti della persona indagata, della presunzione di innocenza e della necessaria verifica dibattimentale, per quanto risulta allo stato attuale, salvo ulteriori approfondimenti e in attesa del giudizio, si comunica quanto segue. La Polizia di Stato...


“Matera è molto di più di quello che immaginavo, è una città mai vista al mondo. Mi sta ispirando, probabilmente potrebbe nascere qualcosa che prende spunto da qui. Ho preso un quaderno per disegnare in albergo e sto cercando notizie legate alla mitologia locale”.
Affabile, gentile, cordiale: a colpire della leggenda Yoshitaka Amano è il garbo. Non ha arie da divo, eppure potrebbe permetterselo. Lui stesso afferma di “non sentirsi per niente un grande artista” ma di disegnare perché si diverte “e a un certo punto mi sono ritrovato ad avere cinquant’anni di carriera”. Il divertimento, insieme alla libertà sono proprio le due costanti che caratterizzano la carriera artistica di questo mostro sacro: lavorava alla Tatsunoko, lavoro e stipendio assicurati, quando nel 1982 decide di lasciare l’azienda per rimettersi in gioco da libero.
Il suo è uno stile unico che ha firmato le illustrazioni della serie animata Yattaman (solo per citarne una) e ha contribuito alla creazione della saga di videogame Final Fantasy.
Al Matera Film Festival, che gli ha dedicato l’intera giornata di oggi, riceverà il Premio Giuliana D’Argento 2025. A lui, inoltre, è dedicata una delle retrospettive della sesta edizione – in proiezione Kyashan il Ragazzo Androide, Hurricane Polimar, Yattaman, Tekkaman, I Predatori del Tempo.
In mattinata il Maestro Amano ha incontrato i giornalisti nel corso di una conferenza stampa alla presenza di Dario Toma e Fabio Viola (uno dei pionieri della gamification, co-curatore area gaming per Museo Nazionale del Cinema di Torino e curatore area videogiochi per Lucca Comics & Games).
Alle 18, al cineteatro Guerrieri, si svolgerà la masterclass del maestro Amano sarà moderata da Fabio Viola e Silvio Giordano, seguita dalla proiezione di “Angel’s Egg” di Mamoru Oshii.
Rossella Montemurro

