lunedì, 16 Settembre 2024

Nuovo anno scolastico, il messaggio del presidente Bardi

Riceviamo il messaggio del presidente Bardi sul nuovo anno scolastico: “Un caro saluto a studenti, insegnanti, genitori e a tutta la comunità scolastica. Al netto delle aperture anticipate di alcuni istituti, in virtù dell’autonomia scolastica, oggi si torna in classe...

“Le cose, sulla carta, sono sempre semplici.

C’è un tacito accordo: la violenza inizia nel momento in cui una persona è costretta a compiere o subire atti sessuali con forza, minaccia, inganno o sorpresa. C’è chi aggiunge un paio di circostanze aggravanti, come l’abuso di alcol o l’utilizzo di droga. E poi, adesso, abbiamo pure la Convenzione di Istanbul, che dice forte e chiaro che lo stupro è un rapporto sessuale privo di consenso, ossia senza una libera manifestazione della volontà della persona.

Ma quand’è che il consenso è libero e quando, invece, è forzato? Quand’è che è pieno? Dev’essere enunciato, ossia lo si deve dire esplicitamente, oppure può essere sottinteso e implicito?

Si deve firmare un modulo o basta fare “sì” o “no” con la testa?

E se lei accetta di dormire con un tizio, e magari anche di farci l’amore, e poi però, l’indomani mattina, viene penetrata a sua insaputa, magari mentre è ancora addormentata?

Se lei lo conosceva bene e l’ha baciato?

Se dopo i fatti non è traumatizzata – non trema, non piange, non prende o perde dieci chili?

La violenza carnale come conseguenza di una serie di colpe e di omissioni: erano entrambi brilli; lei era fatta e lui era fuori di sé; lei l’aveva provocato e lui non si è trattenuto. E via di seguito.”

Sono concetti sferzanti esposti senza urlare, quasi con delicatezza, quelli della filosofa e scrittrice Michela Marzano che nel suo Sto ancora aspettando che qualcuno mi chieda scusa (Rizzoli) analizza le molteplici sfumature del consenso e le inevitabili ripercussioni.

L’io narrante è Anna, tra accadimenti e situazioni vissute, echi letterari e vicende che le sono state raccontate. È docente in un master di giornalismo, lavora in radio e ha alle spalle esperienze che l’hanno segnata. Come quando era in classe, aveva undici anni, il professore le chiede di avvicinarsi alla cattedra per leggere e infila poi la sua mano nella tasca dei pantaloni della bambina. Sconcerto, sì, tanto. Ma anche la conferma di essere stata “scelta” a dispetto dell’amichetta con l’apparecchio.

Anche da grande, Anna – e questo accade alla maggior parte delle ragazze – pur di assecondare il bisogno di essere vista finisce con cedere – spazio, voce, pezzi di sé – di fronte agli uomini.

“Non c’è consenso senza corpo, non basta il linguaggio a significarlo, e chi dice il contrario ignora il viso e le emozioni, ignora i movimenti, ignora il suo essere a metà strada tra le parole e i gesti, il dire e il fare, due modi diversi, a tratti opposti, di esprimersi. E poi tra due persone, uomo o donna importa poco, che utilizzano più lingue e più linguaggi, da quello fisico a quello affettivo, linguaggio materiale e parola psichica.”

A cinque anni dal #MeToo, Anna decide di affrontare questo argomento proprio con i suoi studenti accorgendosi di quanto possa essere spinoso, di quante accezioni possa avere. Su due fronti: da una parte ci sono ventenni che scoprono la sessualità, dall’altra lei che ripensa al passato, a tutte le volte che ha ceduto.

Incisivo, profondo, con uno stile impeccabile, Sto ancora aspettando che qualcuno mi chieda scusa è un libro che non si dimentica facilmente, un faro sulle zone d’ombra di una tematica attualissima.

La Marzano (Roma, 1970) è scrittrice, filosofa, editorialista de “la Repubblica” e de “La Stampa”. Ha pubblicato, tra gli altri, Volevo essere una farfalla (2011), L’amore è tutto: è tutto ciò che so dell’amore (Premio Bancarella 2014), Papà, mamma e gender (2015), L’amore che mi resta (2017) e Idda (2019).

Rossella Montemurro

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