giovedì, 24 Ottobre 2024

Crisi idrica, il presidente Bardi nominato commissario

Il presidente della giunta regionale della Basilicata, Vito Bardi, è stato nominato Commissario straordinario per la gestione della crisi idrica e del piano degli interventi. La nomina governativa è giunta oggi pomeriggio dopo la deliberazione, da parte del Consiglio...

Oggi vorrei raccontarvi una bellissima favola di Gianni Rodari del titolo Tonino l’invisibile.

“Una volta un ragazzo di nome Tonino andò a scuola senza aver studiato la lezione ed era preoccupato all’idea che il maestro lo interrogasse.

– Ah -, diceva tra sé – se potessi diventare invisibile -.

Il maestro fece l’appello, e quando arrivò al nome di Tonino, il ragazzo rispose: – Presente! – ma nessuno lo sentì, e il maestro disse: – Peccato che Tonino non sia venuto, avevo giusto pensato di interrogarlo -.

Così Tonino comprese di essere diventato invisibile, come aveva desiderato. Per la gioia spiccò un salto dal suo banco e si aggirò qua e là per la classe, tirando i capelli a questo e a quello.

Nascevano litigi a non finire perché i suoi compagni si accusavano l’un l’altro. Quando fu stanco di quel gioco, uscì dalla scuola e se ne andò in giro per la città. Più tardi, tornò a scuola per assistere all’uscita dei suoi compagni.

Tonino si affannava invano a rincorrere questo e quello, a tirare i capelli al suo amico Roberto, a offrire un leccalecca al suo amico Guiscardo.

Che delusione!

I loro sguardi lo trapassavano come se fosse stato di vetro. Stanco e un po’ scoraggiato, Tonino rincasò. Eccomi, papà! – esclamò Tonino sedendosi a tavola.

Ma il babbo mormorava, inquieto: – Chissà perché Tonino tarda tanto… –

-Ma sono qui, sono qui! Mamma, papà! – gridava Tonino.

Ma essi non udivano la sua voce.

Tonino ormai piangeva e si lamentava con il cuore a pezzi: – Non voglio più essere invisibile. Voglio che mio padre mi veda, che mia madre mi sgridi, che il maestro mi interroghi! Voglio giocare con i miei amici! È brutto essere invisibili, è brutto stare soli…-

Uscì e scese in cortile.

– Perché stai piangendo? – gli domandò un vecchietto.

– Ma lei mi vede? – domandò Tonino, pieno d’angoscia.

– Ti vedo sì. Ti vedo tutti i giorni. –

– Ma io non l’ho mai vista, lei. –

– Eh, lo so. Un vecchio pensionato, tutto solo, perché mai i ragazzi dovrebbero guardarlo? Io per voi sono proprio come l’uomo invisibile. –

-Tonino! – gridò in quel momento la mamma dal balcone.

– Mamma, mi vedi?-

– Ah, non dovrei vederti? Vieni, vieni su e sentirai il babbo!-

– Vengo subito, mamma! – gridò Tonino pieno di gioia.  

– Non ti fanno paura gli sculaccioni? – rise il vecchietto. Tonino gli saltò al collo e gli diede un bacio.

– Lei mi ha salvato! – disse. –

Eh, che esagerazione! – disse il vecchietto.”

Sapete perché questa favola è bellissima?

Perché l’uomo ha bisogno di essere veduto, ascoltato, fatto oggetto di tenerezza.

Ogni uomo avverte e riconosce queste necessità.

Eppure oggi si è tutti insoddisfatti che gli uomini invisibili si moltiplicano a dismisura.

Una persona ci è davanti tutti i giorni, a tavola, in salotto, per strada.

Ne avvertiamo la presenza fisica, eppure non la vediamo.

E adesso riflettiamo: a quanto risale l’ultima volta in cui abbiamo guardato veramente in faccia il papà, la mamma, la sorella, il vicino di banco.

Nicola Incampo

Responsabile della CEB per l’IRC e per la pastorale scolastica

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