venerdì, 29 Novembre 2024

Emergenza idrica: nuovo rapporto Arpab sull’acqua potabilizzata

“Il campione analizzato non presenta superamenti dei valori ed è in linea con i risultati del precedente prelievo”. L’Arpab, su mandato dell’Azienda sanitaria di Potenza, ha analizzato le acque in uscita dal potabilizzatore di Masseria Romaniello attraverso un...

“Mi auguro che le ragazze di Prime Minister che sono qui oggi e tutte le ragazze in generale, in particolare le ragazze del Sud, prendano in mano la propria vita e quella delle proprie comunità e si assumano la responsabilità di guidare il cambiamento di cui abbiamo bisogno”.

È diretta e trascinante tanto che ascoltarla è un piacere: Francesca Cavallo, autrice bestseller di Storie della Buonanotte per Bambine Ribelli Elfi al quinto piano, raccontandosi si svela una combattente che è riuscita ad abbattere i pregiudizi e a superare quel fastidioso e umiliante perimetro in cui spesso le donne sono confinate o si autoconfinano, una pericolosa comfort zone che impedisce di liberarsi dai retaggi e, perché no, scoprire che la quotidianità può anche migliorare.

Nel pomeriggio, nell’Open space APT a Matera, l’autrice ha dialogato con le allieve di Prime Minister Basilicata, la scuola di politica per giovani donne che vogliono intraprendere un percorso di formazione alla Politica e all’attivazione civica, alla sua seconda edizione nella regione Basilicata. Nel corso dell’incontro, moderato da Mariella Stella – co-fondatrice di Casa Netural e componente Prime Minister Basilicata e promosso in collaborazione con la Libreria Di Giulio, si è parlato anche del suo nuovo libro, Ho un fuoco nel cassetto (Salani Editore) – in cui ripercorre la sua storia di artista e imprenditrice donna, queer e meridionale. 

Un titolo emblematico, che tende già a mettere le cose in chiaro e far emergere tutta la grinta di Francesca: “Mi piaceva, con questo titolo restituire rispetto al sogno – che per tanti rimane nel cassetto – l’urgenza perché il fuoco non può rimanere nel cassetto: deve uscire altrimenti brucia la scrivania, le stanze, le case… Volevo catturare la necessità per i sogni e le aspirazioni delle donne, soprattutto del Sud, di farsi spazio nella realtà e di trasformare anche le geografie delle nostre case, delle nostre città, delle nostre regioni”.

Il suo, insomma, è un appello universale e appassionato a non avere paura di uscire dai binari, oltrepassare i confini, “dar fuoco alle polveri” per demolire tutti i muri di un mondo fatto per tener fuori le donne e le minoranze e costruirne uno più libero in cui realizzare pienamente se stesse: “Scrivo nel libro che la libertà è come il fuoco: una volta che parte non si sa dove andrà e questo vuol dire che non si sa che cosa brucerà e che cosa lascerà in piedi. È  aspetto della libertà spaventa, però nello stesso tempo libera, abbatte quei muri che ci confinano e ci impediscono di scoprire parti di noi stesse che non ci diamo la possibilità di incontrare e che non diamo al mondo la possibilità di incontrare. Anche rimanere chiusi in una stanzetta e non scoprire chi siamo è doloroso. Ci sono dolori che fanno crescere, e ci sono dolore che ci sviliscono ma è importante imparare a soffrire di quei dolori che ci fanno crescere piuttosto di quelli che ci confinano”.

Nel 2012 Francesca ha co-fondato in Silicon Valley la startup di media per l’infanzia Timbuktu Labs, con la quale ha pubblicato la prima rivista su iPad per bambini e la serie Storie della Buonanotte per Bambine Ribelli, che è stata tradotta in 48 lingue e ha venduto quasi 6 milioni di copie nel mondo. Nel 2018 ha ricevuto il premio Publisher’s Weekly Star Watch Award a New York. Nel 2019 ha pubblicato il suo primo romanzo per bambini, Elfi al quinto piano, e ha fondato la sua seconda società, Undercats. Dal 2021 vive a Roma con una gatta enorme di nome Dopamina.

“Per me a un certo punto è diventata un’esigenza quella di tornare in Italia e di formare da qui la mia seconda azienda perché mi sono resa conto che alcune caratteristiche del sistema americano, l’ossessione per la produttività, la solitudine, il sistema “turbo-caputalista” non mi corrispondevano.  Volevo invece con il mio progetto imprenditoriale contribuire a costruire un pezzetto d’Europa e riportare anche un po’ delle esperienze preziose che ho fatto negli Stati Uniti in Italia, provando a farlo da un luogo che contemplasse un umanesimo diverso e che mettesse al centro le persone piuttosto che i capitali”, conclude.

Rossella Montemurro

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