"Dobbiamo tornare a guardare l'alba e il tramonto con gli occhi della meraviglia prima che con gli occhi del giudizio". Lo ha affermato la psicologa e psicoterapeuta rogersiana Maura Anfossi, riferendosi al colore arancione, questa sera nella città dei Sassi nella...
Ci sono scrittori che catturano fin dalla prima pagina e non colpi di scena, descrizioni a effetto o situazioni limite. Hanno, semplicemente, uno stile impeccabile. E sono in grado di creare personaggi “in carne e ossa”. Accade, ancora una volta, con Piergiorgio Pulixi e Stella di mare (Rizzoli). Lui, da sempre, ci ha abituati a protagonisti tridimensionali: su tutti, le ispettrici Mara Rais ed Eva Croce – donne toste con caratteri agi antipodi, un affiatamento forte che le rende una coppia che difficilmente sbaglia sul lavoro e il vicequestore Vito Strega, eccellente criminologo in lotta con i fantasmi del passato e un’attrazione pericolosa per il Male.
La Sardegna più arcaica, contraddistinta da espressioni dialettali stette e non sempre comprensibili, è lo sfondo di un femminicidio sulle prime inspiegabile. Stella Coga, 17 anni, viene ritrovata cadavere, su una spiaggia, con il volto completamente sfigurato. È stata accoltellata senza pietà, della sua bellezza non rimane nulla a parte un corpo statuario.
La ragazza fa parte di una famiglia difficile del quartiere Sant’Elia, a Cagliari: la mamma, che l’ha avuta giovanissima, l’ha affidata alla nonna e il padre, accusato di abusi proprio nei suoi confronti, vive in una roulotte senza più avere contatti né con lei né con i fratelli – un bimbo autistico e un ragazzo in carcere. È in questo contesto disfunzionale e altamente problematico che Rais, Croce, Strega e la new entry Pontecorvo si buttano a capofitto per assicurare alla giustizia chi ha spezzato la vita di Stella. Per loro – e, di rimando, per il lettore – è una sorta di viaggio all’inferno, tra situazioni al limite e rese di conti tra clan. Stella era pronta a lasciarsi alle spalle i palazzoni di Sant’Elia, ma il destino, o meglio, un assassino, ha scritto diversamente il suo futuro. È un’indagine difficile in cui si moltiplicano i sospettati e le piste: il vicequestore Vito Strega, insieme alla sua squadra di ispettrici, dovrà districarsi nei segreti di un quartiere impenetrabile per la polizia e in quel passato che prepotente torna a bussare alla sua porta, non lasciandogli scampo.
Stella di mare è denso di introspezione, i brevi capitoli si intrecciano senza soluzione di continuità lasciando sospese le vicende, passato e presente aggiungono tasselli a ciò che è accaduto a Stella e alle situazioni personali dei vari personaggi.
Vincitore del premio Scerbanenco 2019, Pulixi è nato a Cagliari nel 1982. Vive e lavora a Milano. Insegna tecniche di narrazione e scrive per le pagine culturali de “La Nuova Sardegna”. È tra i finalisti del Grand Prix de Littérature Policière 2021, uno dei più importanti premi per la letteratura poliziesca a livello mondiale. Ha pubblicato Perdas de Fogu (Edizioni E/O 2008), L’albero dei Microchip (Edizioni Ambiente 2009), Donne a perdere (Edizioni E/O 2010) e la serie poliziesca iniziata con Una brutta storia (Edizioni E/O 2012), La notte delle pantere (Edizioni E/O 2014) e Per mia colpa (Giallo Mondadori). Per Rizzoli ha pubblicato Lo stupore della notte, L’isola delle anime, Un colpo al cuore e La settima luna.
Rossella Montemurro