"Benvenute e benvenuti in un luogo dove non ci sono persone ad alto o basso funzionamento, ma ci sono artiste e artisti, sognatrici e costruttori di mondi. Persone con desideri, passioni, pregi e difetti, diverse tra loro come lo è ogni foresta da ogni altra foresta."...
La Festa della Bruna proposta alla Harvard University come case study internazionale di leadership adattiva, governance culturale e creazione di valore ibrido: ci sono tutti i presupposti affinchè si concretizzi l’idea lanciata lo scorso 2 novembre a Matera al professor Stefano Zordan, fondatore di OLI – Olivetti Leadership Institute – dall’Associazione Maria SS. della Bruna.
Una proposta ambiziosa ma che ha i requisiti per essere accolta, come confida il presidente dell’Associazione Bruno Caiella, anche per la capacità di racchiudere sia il significato più intimo del 2 Luglio sia il mix di tradizione e innovazione che ormai la nostra Festa porta con sé.
Al momento, è stato consegnato il dossier ufficiale che riguarda più punti cardine: leadership adattiva e collettiva, la guida come pratica condivisa; creazione di valore ibrido tra economia, cultura e spiritualità; governance multi-stakeholder, il modello di cooperazione tra Associazione, Diocesi, istituzioni e cittadini; innovazione rigenerativa, il ciclo di distruzione e rinascita del Carro come metafora organizzativa; cultural Made in Italy, l’artigianalità come forma di impresa civile e patrimonio identitario.
Zordan, che ha conseguito una laurea in Teologia e Geografia presso la Maynooth University, in Irlanda, si è specializzato con un master in Etica e Politica all’Università di Harvard, negli Stati Uniti, dove ha anche insegnato a fianco dei fondatori dell’approccio della Leadership Adattiva. Ha maturato esperienze professionali presso le Nazioni Unite a New York e in Accenture a Milano. Inoltre, ha curato l’edizione italiana de La Pratica della Leadership Adattiva (Franco Angeli, 2018) e Raccontare il cambiamento (Franco Angeli, 2024).
Foto in copertina Associazione Maria SS. della Bruna
Rossella Montemurro

