Nel rispetto dei diritti della persona indagata, della presunzione di innocenza e della necessaria verifica dibattimentale, per quanto risulta allo stato attuale, salvo ulteriori approfondimenti e in attesa del giudizio, si comunica quanto segue. La Polizia di Stato...

Il T era il locale più glamour di tutta Dublino grazie allo chef stellato Daniel Costello. Uomo pieno di carisma, artista geniale del gusto, votato a una vita di creazioni pronte a stupire. Le prenotazioni fioccano, la clientela è selezionata, il clima è magico. Hannah, prima di riprendere le lezioni al college, si ritrova assunta come cameriera proprio al T: ha vent’anni, è di bella presenza – l’aspetto fisico è un requisito essenziale per lavorare lì –, ha voglia di imparare, è incantata dal luccichio che la circonda e sembra non dar peso alle serate interminabili passate a servire.
A distanza di un anno, Daniel viene denunciato da una decina di ex dipendenti, tra cui Hannah, per molestie sessuali. La sua vita va in frantumi, il rapporto con sua moglie Julie e i figli si incrina, il T viene chiuso. Rimangono le voci di Daniel, Julie e Hannah a ripercorrere, ognuna dal proprio punto di vista, ciò che è accaduto quell’estate al T
Il ristorante (Marsilio, traduzione di Valeria Raimondi) di Sarah Gilmartin è lo spaccato di un mondo a sé pieno di contrasti e contraddizioni. Daniel, uomo provato, ha la certezza granitica di non aver fatto nulla e che sia stato un complotto orchestrato alle sue spalle: i suoi atteggiamenti benevoli nei confronti delle ragazze sono stati travisati e manipolati. Hannah, invece, è combattuta tra la sensazione di essere stata la “prescelta” e quella di essere stata oggettualizzata – “sentiva” il comportamento di Daniel nei suoi confronti ambiguo, equivoco, poco trasparente. Da un lato sembra rimpiangere le notti folli in feste improvvisate del personale in una stanza del locale – ribattezzata al processo “stanza dello stupro” –, con l’alcol che scorreva a fiumi ed erba per tutti, dall’altro ricorda la tensione che si respirava in cucina, le gerarchie, i turni impossibili e l’invadenza dei clienti.
Julie, dal canto suo, vorrebbe credere con tutta se stessa a quel marito che, pur sempre troppo assente con lei e con i figli, le giura la propria innocenza. Ascoltando, però, in tribunale, le deposizioni delle presunte vittime, si fanno strada in lei dubbi e ripensamenti: la loro famiglia, quella così “in” e invidiata, si è comunque sgretolata sotto il chiacchiericcio e l’onta di uno scandalo, a prescindere da ciò che è realmente accaduto in quel ristorante.
Quella che fa l’Autrice è una ricostruzione minuziosa, soprattutto dal punto della psicologia dei personaggi. I contrasti vissuti dai protagonisti sono gli stessi che vive il lettore, pronto a farsi una propria idea su quanto accaduto, andando però incontro a un finale inaspettato.
Bellissimo lo stile, del resto la Gilmartin, scrittrice e giornalista culturale, è una delle autrici più talentuose della narrativa irlandese contemporanea e Il ristorante è stato uno dei libri dell’anno per il Washington Post, l’Irish Times, l’Irish Independent, il Sunday Independent e il Sunday Business Post. La Gilmartin ha curato l’antologia letteraria Stinging Fly Stories e ha conseguito un Master of Fine Arts presso l’Università di Dublino. I suoi racconti sono stati pubblicati su The Dublin Review, New Irish Writing e The Tangerine. Il suo romanzo d’esordio, Dinner Party, selezionato nella categoria miglior opera prima agli Irish Book Awards e al Kate O’Brien Award, è stato un bestseller.
Rossella Montemurro

