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Mi è capitato più di qualche volta che alunni mi hanno chiesto: “Ma come era il volto di Gesù?”
Ed io leggevo loro una poesia di Jorge Luis Borges.
Jorge Francisco Isidoro Luis Borges Acevedo noto semplicemente come Jorge Luis Borges nato a Buenos Aires il 24 agosto 1899 è stato uno scrittore, poeta, saggista, traduttore, filosofo e accademico argentino.
È ritenuto uno dei più importanti e influenti scrittori del XX secolo.
Oggi l’aggettivo “borgesiano” definisce una concezione della vita come storia, come menzogna, come opera contraffatta spacciata per veritiera, come fantasia o come reinvenzione della realtà.
Morì il 14 giugno 1986, a 86 anni, nella città di Ginevra (Svizzera), dove periodicamente si recava per curarsi agli occhi, in seguito a un cancro al fegato.
La poesia che vi propongo è la seguente
«Gli uomini han perduto un volto, un volto irrecuperabile,
e tutti vorrebbero essere quel pellegrino
che a Roma vede il sudario
e mormora con fede: Gesù Cristo, Dio mio, Dio vero,
così era, dunque, la tua faccia?
Se davvero sapessimo come fu,
possederemmo la chiave delle parabole
e sapremmo se il figlio del falegname fu anche il Figlio di Dio.
Abbiamo perduto quei lineamenti,
come si può perdere un numero magico,
fatto di cifre abituali;
come si perde per sempre un’immagine nel caleidoscopio.
Possiamo scorgerli e non riconoscerli.
Il profilo di un ebreo nella ferrovia sotterranea
è forse quello di Cristo;
le mani che ci porgono alcune monete a uno sportello
forse ripetono quelle che i soldati, un giorno,
inchiodarono alla croce.
Forse un tratto del volto crocifisso si cela in ogni specchio;
forse il volto morì, si cancellò
affinché Dio sia tutti.
Chi sa se stanotte non lo vedremo
nei labirinti del sogno
e non lo sapremo domani … »
È uno straordinario ritratto di Gesù presente in ogni creatura umana.
Egli parte da un desiderio antico dell’umanità, quello di conoscere il vero volto fisico di Cristo.
Desiderio impossibile perché i Vangeli tacciono a riguardo.
Io consiglierei a tutti una via per riuscire a scoprire quel tratto genuini: basterebbe guardarci allo specchio per scoprire che in ogni creatura c’è un lineamento di Dio, perché essa è stata creata a immagine e somiglianza di Dio.
In ogni creatura c’è un profilo di Dio, perché Dio, come dice San Paolo, vuole essere “tutto in tutti”.
Nicola Incampo
Responsabile della CEB per l’IRC e per la pastorale scolastica