sabato, 23 Novembre 2024

Il prof. Incampo e il concetto di “saggezza” spiegato ai giovani: “Non arriva subito, ma si sviluppa vivendo e affrontando le situazioni della vita, imparando dagli errori, dalle scelte sbagliate e dai successi”

Un giorno scrissi alla lavagna “La saggezza”. Spiegare la saggezza ai giovani può sembrare una sfida, ma in realtà è un'opportunità preziosa per mostrare loro che il valore della vita non sta solo nell'accumulare informazioni, ma nel saperle usare nel modo giusto. La...

Un pezzo di città antica fra i più importanti eppure meno conosciuti e indagati: la “Civita”, il Castelvecchio di Matera, luogo di stratificazioni storiche e architettoniche che trova tantissimi punti di contatto con il più ampio contesto appulo lucano.

Su questo presupposto si basa il volume Pietre di confine. Il Castelvecchio di Matera e le limitrofe fortificazioni appulo lucane (Altrimedia Edizioni) dell’architetto Enrico Lamacchia che sarà presentato nella prossima edizione di Libri in Terrazza, dal 7 al 13 settembre a Matera.

Pietre di confine si propone di indagare dal punto di vista architettonico l’area della Civita nota come Castelvecchio. È lì che si conforma il primigenio centro fortificato, alto e dominante. L’autore indirizza quanto bibliograficamente a disposizione, con le sue osservazioni autoptiche sulle murature residue, alla ricostruzione dell’aspetto del sito nelle sue fasi evolutive. Ne nasce un lavoro di grande interesse che fa il punto su quanto noto, rielaborandolo in tracce visive fondamentali per la comprensione del complesso percorso analitico: attraverso le immagini tridimensionali, specchio delle principali fasi evolutive, ci si addentra nella genesi altomedievale del Castelvecchio fino alla trasformazione postmedievale a uso civile.

“La maggior parte delle fonti considerate – spiega l’Autore – sono postume all’oggetto in esame, ma comunque interessanti perché ce lo mostrano in via di trasformazione e maggiormente riconoscibile nelle sue caratteristiche, oggigiorno quasi del tutto scomparse. È stato poi effettuato il rilievo puntuale di quelle sparute tracce materiali ancora esistenti e riconducibili al complesso originale. Infine, grande importanza è stata data al confronto con casi simili ritenuti a vario titolo affini a quello in esame. Questo studio deve essere inteso come un tentativo, dal punto di vista di un architetto, di riordinare le conoscenze sull’argomento e fornire una chiave di lettura dei fenomeni urbani a Matera”.

Enrico Lamacchia, materano, classe 1995, ha conseguito la laurea in Architettura all’Università di Firenze. Vive e lavora nella sua città natale, interessandosi ai temi del restauro e del patrimonio culturale. È attento studioso dei fenomeni urbani con particolare attenzione al rapporto tra la città e il territorio. Già autore di diverse pubblicazioni sui temi dell’architettura rurale, questa è la sua prima monografia.

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