domenica, 24 Novembre 2024

Bardi e il ricordo a Balvano del terremoto ‘80

Balvano è il paese simbolo della devastazione del terremoto del 23 novembre 1980. Oggi, come ogni anno, la comunità si ferma per ricordare le vittime di quella tragica notte. La giornata di commemorazione inizia con una messa solenne nella chiesa ricostruita di Santa...

Il presidente Bardi all’evento “Panorama on the road” di Matera

L’intervista del direttore di Panorama, Maurizio Belpietro, al presidente della Regione Basilicata, Vito Bardi, ha aperto oggi a Matera, nella cornice del Relais Alvino, “Panorama on the road”, l’evento itinerante promosso dallo storico settimanale per esaminare con...

Nel 1787 viene pubblicato in due edizioni distinte con alcune varianti, un monodramma lirico firmato da Francesco Mario Pagano si intitola L’Agamennone.  È la terza delle quattro prove drammaturgiche dell’illustre avvocato, docente universitario, saggista, poeta, nato nel 1748 a Brienza che conclude tragicamente la vita tra i martiri del 1799.
Dopo duecentotrent’anni dalla prima e unica rappresentazione in un teatrino privato di Napoli, L’Agamennone sarà rappresentato a Potenza mercoledì 18 ottobre alle 18.00 nell’Auditorium dell’Immacolata (Ingresso Parco del Seminario – Viale Marconi 104) per iniziativa del Circolo culturale Silvio Spaventa Filippi.
L’iniziativa, inserita nel cartellone dell’Autunno Letterario del Comune di Potenza, è organizzata in collaborazione con Scenamediterraneo, organismo di produzione e promozione culturale diretto da Mariano Patrurzo.
La lettura drammatica sarà affidata all’attrice Cinzia Maccagnano con l’accompagnamento musicale di Vito Stano al violoncello.
L’opera è messa in scena in occasione dell’edizione critica promossa dall’Istituto Italiano per gli  Studi Filosofici di Napoli.
La curatrice dell’edizione è Silvia Zoppi Garampi, professore associato di Letteratura, lingua e grammatica italiana presso la Facoltà di Scienze della Formazione dell’Università degli Studi Suor Orsola Benincasa di Napoli.
Zoppi Garampi spiega che il monodramma lirico è stato un genere drammatico d’avanguardia nel Settecento inaugurato da Rousseau con il Pigmalione. Pagano è il primo in Italia a sperimentare questo innovativo genere teatrale. Si tratta di un’opera in cui l’azione è prevalentemente presentata da un unico personaggio e consiste in una narrazione interiore con alterni interventi musicali e coreografici che dividono in diverse sezioni e sipari la rappresentazione e ne sottolineano il significato.
L’intento di Pagano era di tipo estetico e sperimentale, ma voleva anche esprimere attraverso la storia di Ifigenia in Aulide, sulle orme dell’ammiratissimo Euripide,  la crisi del potere politico ateniese e di quello a lui contemporaneo.
L’Agamennone, sottolinea Paolo De Angelis nel saggio introduttivo all’edizione, si presenta come una critica radicale alla tragica volubilità, al futile capriccio del potere e interamente il suo centro appare a noi oggi come la descrizione della inquietudine insensibile del monarca e della sua corte che pure sapendo quanto sia debole e grossolano il parere popolare, egualmente lo segue per non perdere il comando militare della flotta e per non apparire “pazzo” nel contrastare la religione.
Un’opera quindi, sia sotto l’aspetto scenico e coreografico che sotto l’aspetto educativo e sociale, di grande suggestione anche per il pubblico del XXI secolo.

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