Domani, mercoledì 15 gennaio presso il “Casino Padula”, nel Rione Agna Le Piane, la Polizia di Stato di Matera effettuerà un’esercitazione, nel corso della quale sarà simulato un intervento della Squadra di Negoziazione, struttura di nuova istituzione, per...
“Supportateci il più possibile dal basso perché la piazza, la gente, ogni singola persona è importante affinché i governanti agiscano per fare cessare la guerra”. È questo il messaggio lanciato da Kyiv da Eleonora Trivigno, originaria di Garaguso e dal 2002 in Ucraina. Forte, tenace e fermamente convinta a rimanere nella sua casa di Kyiv, a non farsi cacciare.
Export manager di un’azienda internazionale, Eleonora con le sue testimonianze da Kyiv sta facendo da tramite con i media italiani: “L’Ucraina è un Paese che ha in sé i germi dei valori europei, della libertà e della democrazia. E io sono pienamente accanto al popolo ucraino in questa battaglia contro un dittatore. Vivo qui da vent’anni, ho la famiglia, gli amici, il lavoro e spero di poter ritornare presto alla normalità, alla pace e alla tranquillità di prima. Magari il mio contributo potrà servire a qualcosa”.
La notte è trascorsa relativamente tranquilla, nonostante ci siano stati spari e sirene in città fino alle due, le tre: “Però molto lontani da casa mia, abito in un rione diametralmente opposto alla zona di fuoco. Un po’ stanotte sono riuscita a dormire. In mattinata ho fatto anche un po’ di spesa ma nei supermercati iniziano a scarseggiare i prodotti freschi”.
Eleonora ha dovuto separarsi dal figlio tredicenne Nikolaj (con lei nella foto in copertina) che, dopo l’aggressione russa, è andato a vivere dalla nonna paterna: “Una scelta difficile ma necessaria, – spiega – era una questione di sicurezza per il bambino”.
Anche lei si è data un limite, ha pensato a un momento in cui andarsene se la situazione dovesse diventare insostenibile: “L’auspicio però è quello di rimanere, la speranza è che le condizioni possano migliorare”.
Rossella Montemurro