venerdì, 22 Novembre 2024

Sul manifesto pubblicitario “Amore, ma se mi uccidi, dopo chi picchi?”
affisso a Potenza interviene la Commissione regionale pari opportunità a nome
della presidente Angela Blasi.

“Quando ci si interroga come comunità su alcuni problema è perché si mette
in conto di poter ottenere delle risposte. Il dibattito scatenato da un
manifesto affisso a Potenza dimostra la necessità di affrontare determinate
tematiche,  quali la violenza contro le
donne tenendo presente il contesto ed il messaggio che si vuol dare utilizzando
un opportuno linguaggio”.
E’ quanto afferma la presidente della Commissione regionale pari opportunità Blasi
per la quale “è naturale rimanere perplessi rispetto ad un messaggio quale
‘Amore, ma se mi uccidi, dopo chi picchi?’, un messaggio che può e deve
suscitare ribrezzo, una frase che se si decontestualizza ( è il titolo di un
cortometraggio) corre il rischio di creare fraintendimenti pericolosi”.

“Non possiamo, infatti, dimenticare – aggiunge – di vivere in un mondo in
cui, purtroppo, tante sono le donne vittime di violenza; un mondo che,
aridamente disumanizzato, necessita di rieducarsi alla cultura del rispetto.
Dobbiamo continuare a pretendere che si parli della violenza contro le donne,
che lo si faccia coralmente e non nei soliti spazi, che se ne parli in maniera
costruttiva e mai banale. Dobbiamo far sì che tutta la comunità si renda conto
che la violenza non è un problema solo delle donne, ma è un problema della
società. Dobbiamo essere consapevoli che parlarne vuol dire soprattutto
confrontarsi ed informarsi”.

“L’iniziativa a cui fa riferimento il manifesto – conclude –  potrà essere un’occasione utile per farlo. Il
linguaggio, oggi, può essere un elemento fondamentale per la battaglia contro
la violenza, ma spesso può rappresentare anche un’arma inadeguata. La nostra
città ha dimostrato di essere attenta alla lettura dei messaggi e non ha mai
lesinato critiche nel giudicarli. Facciamo sì, allora, che questo episodio
possa servire per crescere culturalmente con la consapevolezza che le parole
che si esternano sono importanti e possono essere pericolose se ostili”.
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