sabato, 23 Novembre 2024

Bardi e il ricordo a Balvano del terremoto ‘80

Balvano è il paese simbolo della devastazione del terremoto del 23 novembre 1980. Oggi, come ogni anno, la comunità si ferma per ricordare le vittime di quella tragica notte. La giornata di commemorazione inizia con una messa solenne nella chiesa ricostruita di Santa...

Il presidente Bardi all’evento “Panorama on the road” di Matera

L’intervista del direttore di Panorama, Maurizio Belpietro, al presidente della Regione Basilicata, Vito Bardi, ha aperto oggi a Matera, nella cornice del Relais Alvino, “Panorama on the road”, l’evento itinerante promosso dallo storico settimanale per esaminare con...

La stazione spaziale cinese Tjangong 1 è entrata in collisione con l’atmosfera terrestre alle 2,16 ora italiana e quaranta minuti dopo i frammenti si sono dispersi nell’oceano Pacifico. La notizia è stata data dal Comando strategico degli Stati Uniti e dall’Ufficio spaziale cinese secondo il quale la sonda si è immediatamente incendiata e distrutta quanto ha impattato il primo strato della nostra atmosfera. I detriti, quindi, si sono dispersi nel Pacifico senza provocare danni. 
Le previsioni fatte nei giorni scorsi avevano ipotizzato che anche l’Italia potesse essere interessata dalla caduta dei detriti. Con un rischio bassissimo fino a diventare quasi nullo alla mezzanotte di ieri, con una finestra infinitesimale di probabilità per l’isola di Lampedusa. La Tjangong-1, ossia il ‘Palazzo celeste’, è stata la prima stazione spaziale cinese. Era una sorta di cilindro lungo 10,5 metri, con un diametro di circa tre metri e due pannelli solari delle dimensioni di sette metri per tre. Al momento del lancio pesava otto tonnellate e mezzo. Non era fra i veicoli spaziali più grandi, rispetto ad altri che in passato hanno subito lo stesso destino. La Tjangong-1 ha concluso così la sua storia, dopo avere trascorso in orbita 2.375 giorni e 21 ore.
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