Questa mattina l’Aula Magna del Liceo “Tommaso Stigliani” di Matera ha ospitato una cerimonia toccante in occasione della Giornata Mondiale di Commemorazione in Memoria delle Vittime dell’Olocausto, istituita dall’Assemblea delle Nazioni Unite nel 2005 e riconosciuta...
Affinché una famiglia potesse sperare di riabbracciare una bambina di pochi mesi miracolosamente sopravvissuta a un disastro aereo, un’altra famiglia doveva perdere tutto. Perché Lyse-Rose ed Emilie, nate a pochi giorni di distanza, il 23 dicembre 1980 erano entrambe a bordo dell’Airbus 5403 Istanbul-Parigi prima del tragico schianto contro il Mont Terrible, nel Giura.
Definita “Libellula” da una giornalista, “Lylie” – acronimo che fonde le prime lettere di Lyse-Rose e le ultime di Emilie – dai poliziotti, la bambina, che ha perso i genitori nel disastro aereo, viene immediatamente contesa dai presunti nonni. Quelli di Emilie sono una coppia umile di ristoratori ambulanti, impegnati a crescere il piccolo Marc, l’altro nipotino, al contrario dei nonni di Lyse-Rose, industriali ricchissimi disposti a tutto – il nonno in particolare – pur di avere l’affido della bambina, a prescindere se sia o meno la nipote. Il facoltoso Lèonce de Carville non esita a offrire alla famiglia Vitral una somma ingente per avere con sé la piccola. Ma se per lui ogni cosa ha un prezzo, per i Vitral la dignità e gli affetti più cari non sono in vendita.
Un aereo senza di lei (edizioni e/o, traduzione dal francese di Vittoria Vassallo) di Michel Bussi ha conquistato critica e pubblico. La trama, complessa e con l’inevitabile strascico di dilemmi morali e un epilogo strabiliante, si sviluppa alternando la ricostruzione minuziosa della vicenda giudiziaria successiva alla catastrofe aerea, a un presente ambientato diciotto anni dopo, nel 1998.
Oggi, con il test del DNA, sarebbe stato semplice scoprire l’identità di Lylie, cosa impossibile 45 anni fa, a maggior ragione riferendosi a una neonata. La prima sentenza – per arrivarci non mancano i colpi di scena – dà sorprendentemente ragione alla famiglia Vitral. Come è comprensibile, i de Carville iniziano una battaglia senza esclusione di colpi assumendo un investigatore privato, Crédule Grand-Duc, che sarà pagato profumatamente per ripercorrere e scandagliare con cura la vicenda lungo i primi 18 anni di Lylie. “Materiale” che finirà in un diario consegnato in segreto da Grand-Duc alla ragazza, al compimento della maggiore età. Subito dopo, l’investigatore, eccentrico e sopra le righe, verrà rinvenuto cadavere nel suo studio.
Inevitabile il dubbio: è il destino ad avere la meglio o fin dall’inizio c’è qualcuno che manovra i protagonisti di questo dramma?
Bussi ha la capacità di rendere ogni passaggio molto credibile, ogni personaggio molto autentico.
“Una trama magistrale, che lascia il lettore completamente incollato al libro, fino alle ultime pagine. (…) Questa è grande arte”, secondo RTL.
Michel Bussi è l’autore francese di gialli attualmente più venduto oltralpe. È nato in Normandia, dove sono ambientati diversi suoi romanzi. Ninfee nere (Edizioni E/O 2016) è stato il romanzo giallo che nel 2011, anno della sua pubblicazione in Francia, ha avuto il maggior numero di premi, e di cui le nostre edizioni hanno pubblicato anche la versione graphic novel. Dello stesso autore ricordiamo Tempo assassino, Non lasciare la mia mano, Mai dimenticare, Il quaderno rosso, La doppia madre, La Follia Mazzarino, Forse ho sognato troppo, Usciti di Senna, Tutto ciò che è sulla Terra morirà, Nulla ti cancella, La mia bottiglia per l’oceano, Codice 612. Chi ha ucciso il Piccolo Principe?, Tre vite in una settimana, Ophélie si vendica, oltre alla Caduta del sole di ferro e I due castelli, appartenenti alla serie N. E. O., tutti pubblicati dalle edizioni e/o.
Rossella Montemurro