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Si pubblica il testo del messaggio che mons. Antonio Giuseppe Caiazzo ha indirizzato al Vicario Generale della Diocesi di Tricarico, don Nicola Urgo, in occasione del funerale dell’operaio lucano Franco Cirelli che è stato celebrato questa mattina a Cirigliano:
“Carissimi,
mi permetto di accostarmi al vostro dolore che è diventato anche nostro, di tutti, con l’affetto e la tenerezza di un padre che, pur non conoscendovi personalmente, è come se lo fossi da sempre.
Lo faccio a nome di tutti voi presenti e di quanti, istituzioni e gente comune, vorrebbe parteciparvi vicinanza. Lo dico consapevole che il dolore che c’è nel vostro cuore brucia, è lacerante.Il mio abbraccio vuole essere quello di tutti, che con me assicurano la preghiera più sentita.
Non è facile nemmeno per il vescovo trovare le parole giuste che possano aiutarvi in questo momento.
Mi chiedo, insieme a voi: perché Franco insieme a Gerardo, Vincenzo, Carmelo, Davide, è morto mentre lavorava lunedì scorso nel deposito di Eni nel comune di Calenzano, a pochi chilometri da Firenze? Non ho la risposta ma non posso assolutamente pensare che questa sia volontà di Dio, come spesso si sente dire anche da parte dei credenti. Mi rifiuto di pensare e di credere che Dio possa volere tutto questo, perché Dio mi dice che ognuno di noi è prezioso ai suoi occhi e ama tutto ciò che è vita, soprattutto noi, uomini e donne, creati a sua immagine e somiglianza, voluti da lui per essere e vivere da immortali.
Quando Gesù parla della volontà di Dio dice: “Questa è la volontà di colui che mi ha mandato. Che io non perda nulla di quanto mi ha dato, ma lo risusciti nell’ultimo giorno” (Gv 6,39). Gesù non è venuto nel mondo per fare discorsi sulla morte e sul dolore che questa procura. Il Natale che ci apprestiamo a celebrare ci dice un’altra cosa: è venuto a condividere la nostra umanità, con tutte le sue fragilità, fino a dare la sua vita stendendo le sue braccia e morendo in croce, quasi a volere abbracciare noi bisognosi di affetto e di amore vero.
Certamente era lì, in quel tunnel della morte di Calenzano, ancora una volta con le sue braccia spalancate, ad afferrare Franco e i suoi colleghi di lavoro, per dare senso a una vita che non può finire così tragicamente e tenerli stretti a sé.
Una seconda riflessione mi impone di dire, per il bene della nostra gente, del nostro territorio, che siamo stanchi di trovarci a celebrare le esequie di chi muore sul posto di lavoro.
Invochiamo per la nostra gente un lavoro dignitoso, che sia, come auspica papa Francesco, «libero, creativo, partecipativo, solidale» (EG 192).
–Libero dai vincoli opprimenti di ogni forma di sfruttamento e sicuro per evitare simili tragedie;
– Creativo, perché rifondato sulle esigenze di uno sviluppo sostenibile, che coniughi dignità della persona e rispetto della salute e dell’ambiente e salvaguardia della casa comune;
–Partecipativo, che metta tutti, imprenditori, lavoratori, istituzione e parti sociali, nella possibilità di partecipare anche alle decisioni circa le condizioni di lavoro;
–Solidale, perché non favorisca soltanto i privilegi di alcuni, garantiti da un
impiego statale, ma un’autentica solidarietà sociale verso quanti sono meno
tutelati.
Concludo nella certezza che da questo immenso dolore deve necessariamente scaturire nuova vita, nuova speranza. E’ l’economia del Vangelo che chiede di incontrare e fare alleanza tra finanza, politica e cultura. Solo così godremo nel vedere anche nella nostra terra di Basilicata nuovi germogli che indicano una nuova primavera fatta di radici che s’incontrano, si innestano e creano relazioni feconde, rami che si aprono alla vita come famiglie feconde divenendo nutrimento essi stessi, frutti che fanno gustare una fattiva solidarietà, quella che, non solo si prende cura, ma s’accora per il benessere degli altri.
Assicurando la mia preghiera e sperando di venire a trovare voi familiari quanto prima, vi abbraccio e benedico.”
Anche il presidente della Regione Basilicata, Vito Bardi, ha partecipato oggi, a Sasso di Castalda, alla cerimonia funebre di Gerardo Pepe, uno dei due operai lucani rimasti vittima del terribile incidente al deposito carburanti di Calenzano (Firenze). A Cirigliano, al concomitante funerale dell’altro lavoratore che ha perso la vita lo scorso 9 dicembre, Franco Cirelli, in rappresentanza del governo lucano è intervenuto l’assessore Cosimo Latronico. In entrambe le chiese è stato esposto anche il gonfalone della Regione, simbolo della vicinanza, del rispetto e dell’onore che l’intera comunità lucana rende ai due operai. “Porgo le più sentite condoglianze alle famiglie di Pepe e Cirelli. Il mio pensiero – ha detto Bardi – va anche a tutte le altre vittime del disastro e a quanti hanno perso la vita sul posto di lavoro come Salvatore Briamonte di Sant’Arcangelo, deceduto il 13 dicembre scorso a Sondrio mentre si trovava in un cantiere stradale. La sicurezza – ha concluso il presidente – è un diritto fondamentale e dobbiamo impegnarci affinché tragedie come queste non si ripetano. Auspico che il loro sacrificio non sia vano e che possa ispirarci a lavorare con maggiore determinazione per un futuro più sicuro per tutti”.