Anche il materano Massimo Cifarelli tra i 23 nuovi MAM (Maestri d’Arte e Mestiere) premiati al Teatro Regio di Parma lunedì. I 23 nuovi Maestri d’Arte e Mestieri delle Arti Agrarie, del Gusto e dell’Ospitalità dono stati celebrati in un evento organizzato...
“Non è niente di tutto questo. È aria.
Aria dalla gabbia in cui Manuela l’ha chiuso. Aria dai primi passi di sua figlia per cui non riesce a condividere lo stesso entusiasmo cieco della moglie.
Aria dai suoi ex compagni che quella sera rivedrà senza alcuna voglia perché ha sempre odiato il basket, perché ha sempre odiato quel loro senso di normalità.
Aria da se stesso che si è imposto quella vita senza avere mai il coraggio di andare fino in fondo, neanche nella scrittura.
Anche in quella passione limitato, costretto, poco sincero. I suoi personaggi gli assomigliano tutti. Esternamente perfetti, intraprendenti, lindi e pinti, così come li avrebbe potuti scrivere anche Manuela.
Non si sporcano mai con la vita.”
Una girandole di coppie che in qualche modo si intrecciano tra loro: coniugi, amanti, amici. Dà un senso di vertigine leggere Tante parole, poi l’amore (SEM), il nuovo romanzo di Giulio Perrone, perché esplora il senso di inadeguatezza, le aspirazioni mancate, la difficoltà a esprimere chi siamo davvero. Dieci vite, un’intera giornata per prendere le distanze con i propri demoni e provare a sfidare le convenzioni per essere se stessi. Perrone indugia nelle fragilità, nei non detti, in quell’apparire irreprensibili mentre si conduce una doppia vita con le inevitabile ansie. Si rimpiange il passato, le scelte sbagliate e si vorrebbe tornare indietro o cambiare rotta, drasticamente.
Molto bello e intimista lo stile di Perrone in questi ritratti tormentati di gente comune.
L’autore vive a Roma, dove nel 2005 ha fondato la casa editrice che porta il suo nome. Con Rizzoli ha pubblicato L’esatto contrario (2015) e Consigli pratici per uccidere mia suocera (2017). Nel 2019 ha pubblicato con Harper Collins L’amore finché resta.
Rossella Montemurro