giovedì, 28 Novembre 2024

È vero, è inevitabile iniziare la lettura di Spare (Mondadori, traduzione di Sara Crimi, Manuela Faimali, Valeria Gorla e Laura Tasso, oltre tre milioni e duecentomila copie vendute nel mondo) con qualche pregiudizio. Eppure, dall’incipit si rimane conquistati da una storia che restituisce umanità e regala simpatia al principe Harry, il “minore”, la “ruota di scorta”, il “figlio stupido, terribile e drogato” – così lo hanno apostrofato di volta in volta i tabloid inglesi – di Carlo.

“Se per me non era facile essere definito terribile, il figlio stupido, per papà era angosciante perchè significava che ero il suo opposto.”

Complice il ghostwriter, giornalista e scrittore premio Pulitzer (nel 2000), JR  Moehringer, già autore di Open assieme all’ex campione di tennis Andre Agassi, Spare si legge d’un fiato. È un libro dal forte impatto emotivo, Harry si mette a nudo non esitando a far emergere la sua fragilità, le sue debolezze.

La perdita di Diana – una presenza costante nelle 540 pagine del libro – è un colpo durissimo per il piccolo Harry. Per difendersi da un dolore enorme, fin da subito si convince che l’incidente è una messinscena della madre per rifarsi una vita: “È tutto un inganno perchè lei possa ricominciare daccapo! Senza dubbio, in questo momento sta prendendo in affitto un appartamento a Parigi, oppure disponendo un mazzo di fiori nello chalet di legno che ha segretamente acquistato nelle Alpi svizzere. E presto manderà a chiamare me e Willy. È tutto talmente ovvio! Come ho fatto a non pensarci prima? Mamma non è morta, si nasconde!”

Ecco la storia raccontata dalla sua viva voce. Tutti abbiamo ancora indelebili le immagini dei due principini che seguivano il feretro della madre, ora sappiamo quali erano i pensieri di quel bambino che, prima della morte di Diana, era sempre allegro e spensierato. Problemi scolastici, rabbia e solitudine lo attanagliano.

Il padre, la cui unica dimostrazione di affetto era l’intercalare “ragazzo mio”, è incapace di relazionarsi con i figli con calore. Camilla, che dopo l’incidente di Diana esce allo scoperto fino a diventare, oggi, regina consorte, non esita a sacrificarlo in pasto alla stampa.

“Non mi piaceva svegliarmi e trovare una mia fotografia sulla prima pagina di un tabloid. Ma ciò che non riuscivo davvero a sopportare era innanzitutto il rumore dello scatto. Quel clic terribile da sopra la mia spalla, alle mie spalle o al limite del mio campo visivo mi aveva sempre infastidito, mi aveva sempre fatto accelerare i battiti. Ma dopo Sandhurst mi sembrava un fucile che viene armato o una lama che viene aperta. E poi, ancora peggio, ancora più traumatico, veniva quel lampo accecante.”

A ventun anni è entrato nell’esercito, le missioni svolte hanno fatto di lui un eroe in patria ma lo stress post-traumatico e gli attacchi di panico con cui rientra lo destabilizzano. La svolta arriva con Meghan ma anche questa storia che ha i contorni di una favola viene presa di mira dalla stampa – insulti, razzismo e menzogne sono attacchi all’ordine del giorno nei confronti della coppia –, tanto che Harry è costretto a lasciare il paese per salvaguardare sé stesso e Meg, con lo spettro sempre accanto di ciò che era accaduto a Diana.

Amor vincit omnia, verrebbe da dire a margine di una lettura così coinvolgente che arriva al cuore svelando particolari intimi e inediti.

Il principe Harry, duca di Sussex, è marito, padre, attivista per i diritti umani, veterano militare, portavoce delle campagne a favore della salute mentale, e ambientalista. Vive a Santa Barbara, California, con la sua famiglia e tre cani.

Rossella Montemurro

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