sabato, 6 Dicembre 2025

“Mio padre mi terrorizzava, mia madre era di ghiaccio, i miei fratelli non sembravano fratelli, odiavo la mia vita. Ma fuori casa c’era un altro mondo. Fuori c’era la libertà”.

Seba, inquieto “dipendente dalla bellezza”, da un borgo della Sardegna a Milano,per inseguire il sogno della moda. È lui che si racconta a un 25enne senza ideali, una narrazione notturna nella quale emerge tutta la fragilità di un uomo che ha “paurissima delle donne perchè c’hanno una mente veramente complessa. A confronto io sono un elementare, un sempliciotto, un barboncino”.

Allucinogeni, esperienze omosessuali – “Era come un attacco di panico al contrario: durante il sesso ogni cosa tornava al suo posto, la vertigine c’era tutto il resto del tempo” – un’infanzia negata da un padre padrone, un sogno rincorso tra Roma, Londra e Milano nonostante in Sardegna avesse tutto pronto (conto in banca, macchina, casa: “Se non fossi scappato da mio padre, oggi sarei un agronomo, un borghese, starei benino, ma avrei ancora la vita doppia. E io di rientrare in quegli stigmi sociali di paese non ci penso manco morto”.

Scheggia d’oro a Milano (Mondadori) di Pietro Santetti è la lunga confessione di una persona probabilmente border line, frustrata, vittima della società dell’apparenza. Seba è sostanzialmente un puro, non ha voluto scendere a compromessi né barattare i propri desideri, abbracciando uno stile di vita alternativo (“Nacque così il mio grande amore per gli sconosciuti. La mia più bella storia d’amore è con loro. Ancora oggi ci vado molto d’accordo e parlo con chiunque, ricchi, poveri, non me ne frega un cazzo: gli sconosciuti mi hanno sempre accettato più di chi mi conosce da una vita”).

Seba si racconta senza filtri, con un’introspezione marcata, racchiudendo con le sue parole le disillusioni di una generazione con lo sfondo di una Milano ombrosa. Originale e graffiante la penna di Santetti, talentuoso autore che sa cogliere le sfumature della contemporaneità abbinandole a trame profonde.

Nato a Firenze nel 1993, Santetti ha esordito nella narrativa con Uomini di cavalli (2023), vincitore del premio Viareggio Opera Prima.

Rossella Montemurro

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