"Dobbiamo tornare a guardare l'alba e il tramonto con gli occhi della meraviglia prima che con gli occhi del giudizio". Lo ha affermato la psicologa e psicoterapeuta rogersiana Maura Anfossi, riferendosi al colore arancione, questa sera nella città dei Sassi nella...
Si conclude favorevolmente con la scarcerazione e la concessione degli arresti domiciliari, con obbligo di
braccialetto elettronico, la custodia cautelare in carcere di O. F., il ragazzo nigeriano inizialmente accusato
di tentato omicidio, ai danni di un suo connazionale, al culmine di una lite occorsa nel centro di accoglienza
di Rionero In Vulture (PZ) lo scorso 22 gennaio.
A darne notizia alla stampa è l’avvocato Davide Pennacchio del Foro di Potenza.
“Abbiamo garantito al giovane nigeriano una difesa equa, facendo appello ai diritti costituzionalmente
garantiti. Ci siamo battuti affinché il Giudice per le Indagini Preliminari presso il Tribunale di Potenza,
Dott.ssa Ida Iura, in sede di udienza di convalida dell’arresto, riconsiderasse i reali motivi sottesi alla
condotta messa in opera da O. F. e che lo hanno visto, ab origine, destinatario della misura cautelare
inframuraria, ottenendo una rivalutazione dell’effettiva dinamica dell’accaduto e la modifica dell’originario
capo d’imputazione, dal reato di tentato omicidio a quello di lesioni aggravate. Il fatto che il mio assistito,
durante la colluttazione con l’altro ragazzo con lui convivente, abbia impugnato un’ascia non significa che lo
stesso si sia procurato intenzionalmente un’arma o che l’abbia introdotta nella casa-famiglia al fine di
attentare alla vita della presunta persona offesa, dal momento che l’arma si trovava già all’interno
dell’abitazione ed era in uso agli occupanti al fine di dividere la carne congelata. In realtà la lite sarebbe
scaturita al termine di una discussione fra i due ospiti del centro di accoglienza di Rionero, i quali
reciprocamente si sarebbero percossi e feriti, da una parte con un’ascia e dall’altra con una bottiglia di
vetro, entrambi riportando lesioni più o meno gravi ma non a tal punto da essere ricondotte nell’alveo del
paradigma strutturale del reato di tentato omicidio. Nell’imminente fase dibattimentale verrà senza dubbio
chiarita la dinamica dell’evento e la posizione processuale del giovane immigrato”.
“Al momento, dopo aver “guadagnato” la sostituzione della misura cautelare, attendiamo solo la
disponibilità del braccialetto elettronico da apporre a O. F. ed il Dott. Pesacane, Presidente dell’Arci
Basilicata, che gestisce in Rionero in Vulture il progetto “SPRAR ” di accoglienza per gli immigrati di origine
“clandestina”, ha già manifestato la propria disponibilità ad accoglierlo nuovamente presso altra sede e
dargli una nuova residenza ove poter trascorrere, in attesa di libertà, gli arresti domiciliari” – ha così
concluso l’Avvocato Davide Pennacchio.