Ha accettato l'ultima offerta del Dottore da 15mila euro Graziano, batterista di Scanzano Jonico, concorrente della puntata di questa sera di "Affari tuoi" - il gioco dei pacchi condotto da questa stagione da Stefano De Martino - su Rai Uno. I due pacchi rimasti...
Sono passati vent’anni dal vulcanico Mosca più balena (minimum fax), la raccolta di racconti pluripremiata – tra i tanti riconoscimenti anche il Campiello Opera Prima – che segnò l’esordio di una giovane e talentuosa scrittrice napoletana: oggi, Valeria Parrella in Piccoli miracoli e altri tradimenti (Feltrinelli) si conferma una penna splendida, una narratrice originale che ha uno stile sempre estremamente elegante e raffinato.
C’è di nuovo la sua Napoli, con tante contraddizioni, nella quale anche i personaggi più stravaganti riescono a trovare un senso. E ci sono tante donne: chi fa i conti con una maturità che non si rivela poi così male, anzi forse pure migliore dell’adolescenza, come Antonella, preside che ha scelto di non tingersi più i capelli, la protagonista del racconto d’apertura, Mamma; chi, come Margherita, vive l’infanzia in una famiglia sfilacciata nella quale la madre si ostina a fare buon viso a cattivo gioco, con incredibile stoicismo (Caffè); una barbona additata da tutti, Rosaria, salvo poi rimanere sulla coscienza delle stesse persone che la emarginavano, accade in Tempo nostro…
È nella vita quotidiana che la Parrella coglie e cattura spunti, assecondando un unico leitmotiv che poi è il filo conduttore del suo libro: il tradimento, afferma l’Autrice, “subìto o inferto, da sé e dall’altro; tradisce chi non riesce o non vuole aderire alle circostanze. Qui nessuno sta dove dovrebbe stare.”
Tradimenti che sono essi stessi miracoli, occasioni per fermarci un momento e cogliere l’opportunità di sfuggire a noi stessi oppure di esserlo più che mai, perché nessun modello narrativo come il racconto è in grado di regalarci illuminazioni, e nessuno ci riesce come Valeria Parrella.
Si legge d’un fiato Piccoli miracoli e altri tradimenti e lascia senza parole per la bellezza di queste graffianti dodici storie.
Con Per grazia ricevuta la Parrella è stata tra i cinque finalisti al Premio Strega. Autrice di vari testi teatrali, è del 2008 il suo primo romanzo Lo spazio bianco, da cui è stato tratto l’omonimo film diretto da F. Comencini, a cui hanno fatto seguito: Ma quale amore (2010), Lettera di dimissioni (2011), Tempo di imparare (2013), Troppa importanza all’amore (2015), Enciclopedia della donna. Aggiornamento (2017), Almarina (2019, finalista Premio Lattes e Premio Strega 2020), Quel tipo di donna (2020) e La Fortuna (2022, Premio Mondello 2023). Collabora, tra gli altri, con la Repubblica e L’Espresso.
Rossella Montemurro