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Prosegue e si arricchisce di nuovi eventi ed iniziative il legame artistico che ormai da oltre un decennio unisce Matera, lo Studio Arti Visive, la città di Fanano e l’Associazione USSP.
Dopo la personale “Ciò che resta” della giovanissima Irene Tabanelli, lo spazio espositivo di via delle Beccherie n. 41 ospita una collettiva di artisti fananesi, due scultori e un fotografo, con l’obiettivo di rafforzare la comunione artistica tra le due comunità che si identificano nelle rispettive pietre, ormai tra le più famose di Italia: la calcarenite di Matera (comunemente detta “tufo”) e la pietra arenaria di Fanano, una roccia sedimentaria costituita da sabbia cementata.
Le sculture e le fotografie esposte testimoniano e rinnovano, attraverso l’arte, quelle tradizioni, in particolare quella storica della lavorazione della pietra locale, che accomunano entrambe le comunità di Fanano e Matera.
Gionata Orsini è un artista che trasforma in opere d’arte tronchi di piante secche o spezzate dalle intemperie e arenarie recuperate nel fananese. Da oltre quarant’anni incide la pietra creando in modo particolare le “marcolfe”, maschere propiziatorie parte di una tradizione molto antica ed elemento importante di identità dell’intera comunità.
Giuliano Berri con il tempo ha imparato a conoscere la pietra, dapprima per lavoro, e successivamente a lavorarla, trasformarla ed integrarla con altri materiali (legno, ferro e rame) per creare delle sculture.
Roberto Leoni, fotografo professionista dal 1996, si dedica principalmente alla fotografia di architettura. Già ospite della galleria nel 2017 con una mostra su Fanano e il suo Simposio Internazionale di Scultura, in questa occasione presenta immagini che documentano il lavoro in una cava di tufo a Montescaglioso (MT).
Opening: domenica 26 maggio ore 19.00 alla presenza degli artisti.
La mostra sarà visitabile fino al 9 giugno 2024 tutti i giorni dalle ore 18.00 alle ore 21.00.
Con il patrocinio del Comune di Fanano e dell’Urban Stone Sculpture Park di Fanano.