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Riceviamo e pubblichiamo il contributo del catalogo della mostra dell’artista Nicola Filazzola da oggi a Castel dell’Ovo a Napoli firmato da Paolo Verri – Direttore Generale Fondazione Matera Basilicata 2019 e Aurelia Sole – Presidente Fondazione Matera Basilicata 2019:
Sono passati 40 anni dalla pubblicazione di un fascicolo di eccezionale valore storico culturale e grafico grazie a cui un giovanissimo Nicola Filazzola si faceva notare come talento indiscusso della sua generazione. Era il 1978, lo stesso anno dell’arrivo di Consagra a Matera, e le sei acqueforti erano già state realizzate nel 1977, anno culmine di una guerra civile latente fra diverse forze sociali, gruppi di potere, terroristi veri e terrorismi di stato. Un decennio, quello degli anni Settanta, fatto di giorni mesi anni buissimi ma anche di grandi speranze, di grandi innovazioni, di riforme ed avanzamenti sociali che facevano dell’Italia l’epicentro di molte riflessioni artistiche che non avrebbero purtroppo trovato sbocco nel decennio successivo.
Così, guardando con gli occhi di oggi le opere recenti del maestro Filazzola, non pare strano cogliervi disincanto, distacco, disillusione, finanche dura critica al contemporaneo. I colori, le forme, coerenti ai temi trattati, fanno dubitare che il XXI secolo ci stia regalando progressi.
Solo l’amore tra donna e uomo, sotto lo sguardo distratto dell’universo, pare essere salvifico.
Il grande afflato collettivo nato negli anni dell’impegno politico si trasforma ora in dialogo ora in passeggiata solitaria alla ricerca del senso della vita.
Le opere, nate perlopiù nello studio di Matera, lungo la Gravina, ascoltandone i silenzi e i misteri, ci portano lontano dal clima di lotta e di impegno degli anni Settanta. Il pittore – e noi con lui, dentro di lui, dentro i suoi sguardi e i suoi colori – vive un’età liquida, di assoluta incertezza, sia fisica che psicologica. Passata la paura per l’atomica, passata l’era dell’impegno, finita anche quella del disimpegno, siamo in quella del rumore. Matera parla un altro ritmo a chi la frequenta, è città di domande più che di risposte.
Così sarà anche nel 2019, quando – Capitale europea della cultura – offrirà quattro grandi mostre, oltre cinquanta appuntamenti originali, e porterà in Italia centinaia di artisti che, come il maestro Filazzola, si interrogano con coraggio sul nostro presente.
Buon futuro!