venerdì, 22 Novembre 2024

Le “Eccellenze gastronomiche lucane” protagoniste a Tirana

Le “Eccellenze gastronomiche lucane”, con la degustazione, l’esposizione, la promozione di prodotti della regione Basilicata hanno caratterizzato la parte centrale della IX Settimana della Cucina Italiana nel Mondo che si è tenuta a Tirana, in Albania. L’evento - dal...

Nel rispetto dei diritti delle persone indagate, della presunzione di innocenza e della necessaria verifica dibattimentale, per quanto risulta allo stato attuale, salvo ulteriori approfondimenti e in attesa del giudizio, si comunica quanto segue.

Nel primo pomeriggio del 9 giugno, operatori della Polizia di Stato e della Polizia Penitenziaria di Matera hanno arrestato un detenuto, 26enne, fuggito dalla locale casa circondariale. Originario della provincia di Bari, pregiudicato per numerosi reati contro il patrimonio, il giovane era in carcere per scontare una pena definitiva con scadenza nel 2031. Intorno alle 13.45, riusciva a eludere la vigilanza e a scavalcare le recinzioni del carcere, allontanandosi a piedi, in direzione nord ovest.

Immediatamente allertati dai colleghi della Polizia Penitenziaria, che si sono messi sulle tracce del fuggitivo, sono intervenuti diversi equipaggi della Squadra Mobile e delle Volanti, che sono andati a dislocarsi sul territorio, in modo da “cinturare” l’area di fuga dell’evaso. Essendo passati pochi minuti dall’evasione, non poteva essere andato molto lontano, di conseguenza le ricerche venivano incentrate nell’area adiacente alla casa circondariale, contraddistinta dalla presenza di folta vegetazione. Infatti, veniva individuato nei pressi del dirupo sottostante il Santuario di Santa Maria della Palomba; l’evaso, resosi conto che le possibili vie di fuga erano tutte presidiate, è stato costretto a scendere lungo il torrente Gravina, dove è stato bloccato dagli agenti della Polizia Penitenziaria e, subito dopo, raggiunto dagli operatori delle Volanti e della Squadra Mobile, venendo ammanettato e dichiarato in arresto.

L’uomo è stato così riportato in carcere dopo pochissimo tempo, grazie alla perfetta intesa e coordinazione tra la Polizia di Stato e la Polizia Penitenziaria.

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