Fotografo, ingegnere, chirurgo, medico umanitario, poliziotto: Ricardo (o Alexandre, Daniel o Richard) è tutte queste cose. Ed è, soprattutto, abilissimo "a cambiare maschera, a contraffare i sentimenti più vari, a tramare inganni più astuti di Ulisse, a piangere,...
Nel linguaggio della Chiesa Cattolica, esiste una parola che può sembrare un po’ difficile da comprendere, soprattutto per i più giovani: indulgenza.
Eppure, dietro questa parola si nasconde un messaggio bellissimo di speranza, perdono e amore. È un invito che Dio, tramite la Chiesa, fa a tutti noi – grandi e piccoli – per vivere una vita più piena, più libera, e più vicina al suo cuore.
Vediamo allora, passo dopo passo, che cos’è davvero l’indulgenza e perché è così importante anche per i ragazzi.
Che cos’è il peccato?
Per capire l’indulgenza, bisogna partire da una domanda semplice: cos’è il peccato?
Il peccato è tutto ciò che facciamo, diciamo o pensiamo contro l’amore di Dio. È un po’ come voltare le spalle a un amico che ci ama, o scegliere di ignorare un invito al bene. Quando pecchiamo, ci allontaniamo da Dio, ma Lui non smette mai di amarci.
Come ogni relazione vera, anche quella con Dio può essere guarita. Quando ci pentiamo davvero e chiediamo perdono nel sacramento della confessione, Dio ci perdona sempre, senza esitare. Ma – e qui viene la parte importante – il perdono non cancella tutte le conseguenze del peccato.
Cosa resta dopo il perdono? La pena temporale
Anche se Dio ci perdona, il peccato lascia dietro di sé una specie di cicatrice, una ferita da curare. È ciò che la Chiesa chiama pena temporale.
Pensiamola così: se rompiamo un vetro e poi chiediamo scusa, chi ci vuole bene ci perdona… ma il vetro è ancora rotto. Bisogna aggiustarlo.
La pena temporale è questo “vetro rotto” che resta nel cuore e nel mondo dopo il peccato. Serve quindi tempo, amore e gesti buoni per guarire davvero tutto.
Ed ecco l’indulgenza: un aiuto che viene dal cielo
L’indulgenza è proprio questo: un dono spirituale che la Chiesa, in nome di Gesù, ci offre per aiutarci a cancellare la pena temporale del peccato già perdonato.
È un gesto di misericordia che ci aiuta a camminare con più leggerezza verso Dio.
La parola “indulgenza” viene dal latino indulgere, che significa “perdonare”, “condonare un debito”, “essere generosi”. E infatti le indulgenze ci liberano proprio da quel debito spirituale che resta anche dopo la confessione.
Come si ottiene un’indulgenza?
Le indulgenze non si ricevono per magia. La Chiesa stabilisce delle condizioni precise, perché è importante che siano vissute con cuore sincero e fede viva.
Per ottenere un’indulgenza (che può essere plenaria, cioè totale, o parziale), servono alcuni gesti fondamentali:
- Confessione sacramentale: confessarsi con sincerità e ricevere il perdono di Dio.
- Comunione eucaristica: ricevere Gesù nell’Eucaristia.
- Preghiera per le intenzioni del Papa: anche solo un Padre Nostro e un’Ave Maria, offerti con fede.
- Compiere l’azione legata all’indulgenza: può essere una preghiera specifica, una visita a una chiesa, un’opera di carità, la recita del Rosario in gruppo, una lettura devota della Bibbia, o altro ancora, secondo quanto la Chiesa indica.
Un esempio semplice? Durante un Giubileo o una Giornata Mondiale della Gioventù, spesso viene concessa l’indulgenza plenaria a chi partecipa con fede, prega, si confessa e riceve la comunione.
Ma perché servono le indulgenze?
Qualcuno potrebbe chiedersi: non basta confessarsi e chiedere perdono a Dio?
La risposta è: sì, il perdono è totale, ma le indulgenze ci aiutano a crescere, a riparare con amore ciò che abbiamo rovinato. Sono come un “allenamento spirituale” che ci aiuta a purificare il cuore, a diventare più buoni, più generosi, più vicini a Dio.
Le indulgenze sono anche un segno della tenerezza della Chiesa, che ci accompagna, ci incoraggia e ci offre i mezzi per avvicinarci al Paradiso.
Un dono per sé… e per gli altri!
C’è un aspetto meraviglioso che vale la pena ricordare: le indulgenze possono essere offerte anche per i defunti.
Molti cristiani, infatti, le offrono per le anime del Purgatorio, affinché siano purificate e possano entrare nella gioia del Cielo.
È un gesto bellissimo di carità spirituale, che ci unisce non solo tra vivi, ma anche con chi ci ha preceduto nella fede.
In sintesi: un aiuto speciale per camminare verso il Cielo
Parlare di indulgenze ai ragazzi non significa insegnare qualcosa di complicato, ma mostrare la bellezza dell’amore di Dio, che non si limita a perdonare, ma ci aiuta anche a guarire completamente.
Le indulgenze ci ricordano che la fede non è solo un insieme di regole, ma un cammino di liberazione, di gioia e di misericordia. E che non siamo mai soli: Dio cammina con noi, e la Chiesa ci sostiene, ci incoraggia e ci guida passo dopo passo.
Questo significa che l’indulgenza è un’occasione speciale per rimettere a posto il cuore, per crescere nell’amore e per diventare costruttori di bene. È come un “aiuto bonus” che Dio ci regala per guarire del tutto e per vivere in amicizia con Lui.
Non dobbiamo aver paura di scoprirne il valore, magari insieme al vostro parroco, ai catechisti o in famiglia. Perché la santità si costruisce anche con piccoli gesti, e ogni passo verso Dio è una festa… anche se si chiama “indulgenza”!
Nicola Incampo

