La Fondazione Francesca Divella, in collaborazione con il Comune di Matera e l'associazione "Una stanza per un sorriso - Sostiene i pazienti oncologici", è lieta di annunciare la "Giornata della prevenzione senologica e ginecologica", un evento dedicato alla salute e...
Oggi parlare di ottantenni e ultraottantenni ci porta alla mente i vaccini e le persone vaccinate, a me invece ottantenni e ultraottantenni mi hanno riportato ad un libro che lessi un po’ di tempo fa e precisamente al libro intitolato “Prima del sole” scritto da Pietro Geddo della EMI .
Questo libro è la biografia di padre Clemente Vismara.
Clemente Vismara nato il 6 settembre 1897 ad Agrate Brianza e morto a Mong Ping il 15 giugno 1988.
Resta presto orfano di madre nel 1902, e poi di padre nel 1905.
Il bambino viene affidato alla cura dei parenti, frequenta il ginnasio e poi nel 1913 entra nel seminario arcivescovile di San Pietro Martire.
Il 21 settembre 1916, durante la Prima guerra mondiale, è richiamato alle armi e mandato in prima linea come soldato semplice.
È congedato il 6 novembre 1919 con tre medaglie al valor militare e il grado di sergente maggiore[.
E’ stato un sacerdote missionario.
È venerato come beato dalla Chiesa cattolica. Ha trascorso 65 dei suoi 91 anni nelle foreste della Birmania (dal 1989 Myanmar) al servizio dei tribali Akhà, Ikò e Lahu, in particolare vedove e bambini.
Mi son ricordato di questo libro, perché vi è scritta una lettera di padre Clemente compì 80 anni.
Questa è la lettera.
“Oggi compio gli 80 anni. Nessuno di quelli che li circonda sa della ricorrenza. Silenziosamente mi faccio i più cordiali auguri di bene e di prosperità. Parto di casa alle otto del mattino, diretto ad un nostro villaggio cattolico dove si vuol aprire una piccola scuola elementare. Mi porto dietro riso cotto per quattro persone: mangeremo a metà strada. Siccome poi non so quando potremo tornare a casa, mi porto anche le coperte per dormire. Il villaggio dista dalla mia residenza di Mong Ping poco meno di trenta chilometri. Viaggiamo in quattro: due maestri di scuola governativa, suor Clementina ed io. A mezzogiorno, segnato dal sole – nessuno ha portato l’orologio, per strada spesso si incappa nei ladri che spogliano di tutto – ci fermiamo sotto un albero fronzuto, per difenderci dal caldo e mangiare. Poco lontano scorre un limpido ruscello. Non abbiamo né piatti né posate. Il riso cotto è freddo, avvolto in larghe foglie di banano. Seduti sull’erba in semicerchio, ognuno prende con le mani quanto ne vuole. Per companatico apro una scatoletta di Simmenthal…
Bevanda? Acqua pura di fonte attinta a due mani. Non si può brindare al mio compleanno perché ci mancano anche i bicchieri. Al tramonto arriviamo al villaggio alquanto stanchi e così si è conclusa la mia festa…
Io sono medico di me stesso e se la febbre mi coglie non lo dico a nessuno, specie se mi trovo in un villaggio pagano che mi crede invulnerabile. Mi sono sempre arrangiato da solo, una vita da solitario la mia. Coraggio Padre Clemente – dice il missionario a se stesso – Iddio ti conceda di perseverare fino alla fine: rimani e fiorisci dove Dio ti ha mandato”.
Che bello!
Un missionario che celebra così i suoi 80 anni.
Con tanta fiducia verso Dio e soprattutto con molta allegria.
Vi confesserò che io prego Padre Clemente affinché interceda per me per ottenere da Dio la grazia di avere la gioia di vivere che viene dalla fede.
Nicola Incampo
Responsabile della CEB per l’IRC e per la pastorale scolastica