Pubblichiamo il testo dell’omelia pronunciata da mons. Antonio Giuseppe Caiazzo, Arcivescovo di Matera-Irsina e Vescovo di Tricarico, durante la Messa del giorno di Natale: Carissimi, oggi, in questa magnifica Basilica Cattedrale, siamo entrati nella grotta di...
È uno dei migliori editor italiani, per quasi vent’anni ha lavorato come consulente editoriale specializzandosi nella ricerca di nuovi autori – solo per citare un nome, è lui che ha scoperto Mariolina Venezia, seguendone le prime pubblicazioni.
Dopo alcune raccolte di racconti, è arrivato in libreria per Marsilio editori il primo romanzo di Giulio Mozzi, Le ripetizioni. È un esordio vorticoso e da brividi, pieno di personaggi e situazioni al limite narrati con precisione chirurgica e con uno stile che affascina per la sua ricercatezza. Del resto, non poteva essere altrimenti vista la passione per Mozzi nei confronti della scrittura creativa, una disciplina che gli appartiene e che ne ha fatto uno degli insegnanti pionieri – ha iniziato nel 1993, tra il 2000 e il 2010 ha insegnato presso la Scuola Holden, le università di Padova, Bari, Siracusa, Torino e in numerose biblioteche pubbliche e scuole secondarie.
La trama de Le ripetizioni è fitta, ricca di rimandi ed echi letterari.
Mario, il protagonista, è un uomo che inventa storie, modifica la realtà, non è interessato alla verità, né sulle cose né sulle persone. Sta per sposare Viola – che ha un’incredibile quanto insospettabile doppia vita – e non fa che pensare a Bianca, forse il suo unico grande amore, dalla quale ha avuto Agnese. Mario ha più di uno scheletro nell’armadio. È succube di Santiago, un ragazzo dedito a pratiche sessuali estreme, ed è attratto dal passato in maniera quasi morbosa, tanto da aver bisogno di ritrovare e rivedere vecchie foto per dare valore ai suoi ricordi e al suo vissuto. La sua unica realtà è la ripetizione, il 17 giugno è una data che ritorna con prepotenza.
Sul piano formale la trama è ineccepibile: la scrittura di Mozzi è un incantevole esercizio di stile. Andando alla sostanza, al cuore di questa storia, dal punto di vista umano davvero caotica, ci ritroviamo faccia a faccia con le contraddizioni e con le sfaccettature più ombrose dell’animo umano, come se la “normalità” – concetto già di per sé molto discutibile – fosse un optional. Giulio Mozzi accompagna il lettore in una serie di vicende border line, sempre bilico tra realtà e fantasia. Ciò che racconta Mario si intreccia con il Grande Artista Sconosciuto, il Terrorista Internazionale, il Martellatore di Monaci, il Capufficio – gente senza nome – e se il ritmo della narrazione prosegue in maniera cadenzata è il senso di ciò che Mozzi descrive a scuotere: perché lui ha osato, consapevole delle conseguenze.
Giulio Mozzi ha pubblicato diverse raccolte di racconti (Questo è il giardino, Theoria 1993; La felicità terrena, Einaudi 1996; Il male naturale, Mondadori 1998; Fantasmi e fughe, Einaudi 1999; Fiction, Einaudi 2001; Sono l’ultimo a scendere e altre storie credibili, Mondadori 2009; Favole del morire, Laurana 2015; Un mucchio di bugie. Racconti scelti 1993-2017, Laurana 2020) e tre opere in versi (Il culto dei morti nell’Italia contemporanea, Einaudi 2000; Dall’archivio, Aragno 2014; Il mondo vivente, Lietocolle/Pordenonelegge 2020). Con Stefano Brugnolo ha scritto due fortunati manuali: Ricettario di scrittura creativa (Zanichelli 2000) e L’officina della parola (Sironi 2014). Per Sonzogno ha pubblicato Oracolo manuale per scrittrici e scrittori (2019) e, insieme a Laura Pugno, Oracolo manuale per poete e poeti (2020). Nel 2011 ha fondato a Milano la Bottega di narrazione (bottegadinarrazione.com).
Rossella Montemurro