sabato, 30 Novembre 2024

Preparatevi a leggere un romanzo dalla forza emotiva dirompente, con un io narrante che, fin da bambino, dalla vita prende batoste terribili: L’avversione di Tonino per i ceci e i polacchi (Baldini+Castoldi), l’esordio del giornalista Giovanni Di Marco racconta gli anni più delicati di Tonino, destinato a diventare adulto troppo in fretta. Il giorno del funerale di sua madre, Tonino ha soltanto sette anni: Padre Alfio, che lo sta celebrando, il funerale lo interrompe appena gli viene data la notizia dell’attentato a Papa Wojtyla: “Il mondo ricorda il 13 maggio del 1981 per l’attentato a Papa Wojtyla. Io no. Allora ero un bambino e non capii neppure il perché di tutto quel trambusto. Anzi, provai una fitta di gelosia. Mi sembrò offensivo nei confronti di mia madre, interrompere la messa. È passato molto tempo da quel 13 maggio, eppure non c’è giorno in cui non penso a mia madre, al suo funerale oltraggiato e a tutto quello che ho patito dopo la sua morte”.

Il papà decide di rimanere con la sorella più grande e il piccolo Salvatore (Che Tonino ribattezzerà Ammazzatore: la mamma è morta due giorni dopo averlo dato alla luce), mentre lui andrà a vivere da zia Nunzia, sorella della madre. Ma più che la zia, a confortarlo e a cercare di essere una figura di riferimento, dandogli tutto l’affetto possibile, sarà Tania, una giovane vicina di casa della zia, quasi una seconda madre: “Aveva i denti bianchi come mandorle, i fianchi esili e gli occhi verdi che sembravano due schegge di fondi di bottiglia. Somigliava a Daisy, la cugina di Bo e Luke, quelli di Hazzard, soprattutto quando sorrideva. E a me, Tania, sorrideva sempre”.

Siamo in un piccolo paese dell’entroterra siciliano e Tania, di origini tedesche, è molto chiacchierata per il suo passato. Ogni giorno combatte con le unghie e con i denti, insofferente alle dicerie della gente e agli atteggiamenti del marito.

Per Tonino, che da curioso, intelligente e vitale, con una passione smodata per la Juventus, è diventato un bambino confuso e pieno di rabbia, Tania è l’unica àncora di salvezza. A maggior ragione da quando Padre Alfio ha messo occhi e mani su di lui: attenzioni morbose alle quali non sa reagire, circuito dagli avvertimenti minacciosi del prete. Saranno saltuarie febbri altissime del bambino il campanello d’allarme di una situazione che si fa ogni giorno più spiacevole.

In risposta agli abusi, e quasi obbedendo a un impulso autodistruttivo, Tonino rischia di diventare il carnefice di sé stesso. Mentre nel mondo di fuori si ragiona di guerra fredda e si festeggia il Mondiale dell’82, dentro di lui tutto sembra andare lentamente in frantumi: le amicizie, la bellezza dell’amore, la possibilità di un futuro, il rapporto con la famiglia.  E’ un crescendo di delusioni e dispiaceri, un debutto in un’adolescenza contrassegnata da una serie pazzesca di dolori che si vanno ad aggiungere a quello sordo ed enorme della morte della mamma. Sopraffatto dai sensi di colpa, vive esperienze terribili e l’unica persona che gli rimane accanto, disposta a lottare perché Tonino abbia giustizia, è Tania – quella di questa ragazza è una figura splendida, anche a lei la vita non risparmia niente.

Prendendo come filo conduttore l’esperienza del protagonista, questa storia riesce a far luce sul dramma, reale, delle vittime di abusi da parte di membri del clero e sull’ostinato quanto ingiustificabile silenzio che per anni ha protetto i carnefici abbandonando le vittime al proprio destino.

La ricostruzione degli anni a cavallo tra il 1980 e il 1990 è minuziosa, lo stile è ironico e leggero in alcuni passaggi, quasi a cercare di stemperare ciò che viene raccontato.

L’avversione di Tonino per i ceci e i polacchi è un romanzo che, per la delicatezza delle tematiche affrontate (oltre agli abusi il bullismo, il body shaming, solo per citarne alcune) non lascia indifferenti: arrivati all’ultima pagina, increduli e scossi, si ha modo di riflettere, e tanto.

Giovanni Di Marco 47 anni, è nato a Palermo e vive a Marineo, con la moglie e i due figli. Giornalista freelance, collabora con diverse testate. Su Instagram cura il profilo @thebooklover_it.

Rossella Montemurro

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