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In questi giorni di dolore per la morte di Mario ucciso barbaramente mentre faceva il suo dovere, ho voluto rileggere una meditazione di Bahya Ibn Paquda sulla vita e sulla morte e sul loro legame inscindibile.
Bahya Ibn Paqudaè stato un rabbino, teologo e filosofo di religione ebraica che visse ed operò nella Spagna islamica durante la prima metà dell’Undicesimo secolo.
Fu l’autore del primo sistema di norme etiche ebraico, scritto in Arabo nel 1040 con il titolo “Guida ai doveri del cuore”, e fu tradotto in Ebraico nel 1161-1180 con il titolo “Doveri del cuore”.
Utilizzò spesso l’ordine degli enciclopedisti arabi conosciuto come “i Fratelli della Purezza”.
Incline al misticismo contemplativo e all’ascetismo, Bahya eliminò dal suo sistema ogni elemento che gli sembrava potesse offuscare il monoteismo o essere in contrasto con la legge ebraica.
Aveva l’intenzione di creare un sistema religioso allo stesso tempo elevato, puro ed in pieno accordo con la ragione.
La meditazione che vi propongo è stata tratta da “I doveri del cuore” ed è la seguente:
“La vita e la morte sono sorelle che rimangono insieme,
l’una attaccata all’altra;
si legano e mai si separano, abbracciate alle due estremità del ponte fatale
sul quale trascorre la carovana del mondo.
La sua entrata è la vita.
La morte è la sua uscita.
La vita costruisce, la morte distrugge;
la vita semina, la morte miete;
la vita pianta, la morte sradica;
la vita raduna, la morte separa,
l’una riunisce, l’altra disperde.
Sappi, però, che anche il calice passerà
Quando giungerà il momento dell’incontro;
all’improvviso sarai gettato lontano dalla tua stanza terrena
e ritornerai al luogo dell’eternità”
Intensa e commovente questa meditazione!
L’uomo viene dalle mani di Dio e ritorna tra le sue braccia.
Mentre percorriamo questi giorni di dolore, il testo di Bahya Ibn Paquda ci invita a fissare lo sguardo alla resurrezione.
Al capitolo 26 del Libro di Isaia leggiamo: “Di nuovo vivranno tutti i morti, risorgeranno i loro cadaveri. Si sveglieranno ed esulteranno quelli che giacciono nella polvere, perché la tua rugiada è rugiada luminosa, la terra darà alla luce le ombre.”
San Paolo ci ricorda che “La morte è stata ingoiata per la vittoria. Dov’è, o morte, il tuo pungiglione?”
Nicola Incampo
Responsabile Regionale per l’IRC e la Pastorale Scolastica della Conferenza Episcopale di Basilicata