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Un efferato omicidio e tanta suspence che risucchierà il lettore in un thriller mozzafiato ambientato a Napoli che segna l’esordio nella narrativa gialla di Gianfranco Blasi, intellettuale eclettico, lucano di Potenza, con alle spalle numerose pubblicazioni come saggista, poeta e romanziere e anche con una feconda esperienza nella politica in qualità di parlamentare della Repubblica e consigliere regionale. Il testo dal titolo “La Svedese. Amori imperfetti” (Ed. Il Segno), ha come protagonista Assunta Chiaromonte, tenente dei vigili urbani del Capoluogo campano di anni 33, chiamata “La Svedese” per via della sua avvenenza: un metro e ottanta di altezza, bionda e sensuale, intelligente, da tutti benvoluta a partire dal popolino, alle istituzioni e persino da una parte della malavita dei quartieri spagnoli. Il giallo è stato presentato lo scorso sabato a Marconia di Pisticci nella sede dell’associazione culturale Cecam. Alla serata, oltre allo stesso Blasi, sono intervenuti Giovanni Di Lena, presidente del Centro culturale e la docente Anna Maria Molinari, coniuge dell’autore.
Gianfranco Blasi, come mai un giallo?
L’esperienza della Svedese giunge dopo il romanzo “La Croce diversa” e dopo la pubblicazione di una mia raccolta di 18 racconti brevi. Tutto è nato dalle lezioni che tengo regolarmente in un master di alta formazione di scrittura creativa. Era il periodo del Covid e avevo 12 brillanti ragazzi che mi seguivano in remoto. Ho proposto loro uno schema: io vi do una traccia e voi scrivete alcuni capitoli. Ho scritto l’introduzione e il primo capitolo fornendo la traccia e loro hanno realizzato i capitoli centrali. Io ho tirato le conclusioni. E’ venuto fuori un quaderno didattico, poi ho visto che piaceva, ci ho messo mano e l’ho trasformato nel giallo “La Svedese”. Tieni conto che è un romanzo ambientato a Napoli e noi abbiamo visitato i luoghi scelti, le varie location.
Perché a Napoli?
Perché mi serviva un posto dove la scrittura si potesse sviluppare dentro atmosfere più conosciute, anche perché nell’identificazione tra il bene e il male lì il male è molto marcato per via della criminalità organizzata…
Ti sei fatto influenzare da de Giovanni e da questa nuova ondata di giallisti?
Ho letto Manzini, Camilleri, de Giovanni. Leggendo è chiaro che mi faccio contaminare, però devo anche dirti che ci ho messo dentro quello che sono io. Quindi una scrittura parecchio poetica, ci sono i temi sociali più cari, quelli legati alle grandi passioni, alle amicizie, agli amori, la lucanità. Per esempio c’è un protagonista di Matera, che si chiama Eustachio Viziello, nome e cognome materanissimi, che è il collaboratore di un sacerdote anti camorra. Viziello si è spostato a Napoli per studiare Giurisprudenza, poi purtroppo viene assassinato e tutto il romanzo si sviluppa intorno a questo omicidio.
Nel romanzo affronti anche tematiche sociali?
Affronto il tema della camorra mettendo in risalto il rapporto tra la vecchia camorra e la nuova camorra che se è possibile è anche peggio della vecchia nel senso che è molto più violenta ed è molto meno dentro il rapporto con il popolo napoletano. La camorra di una volta difendeva anche i ceti popolari, quella di oggi è cruenta, violenta, irragionevole e irrazionale ed è un dramma soprattutto quando coinvolge i minori. Poi c’è la tematica ambientale perché il romanzo ha quale filo conduttore l’arrivo a Napoli di Greta Thumberg per degli incontri sul tema dell’inquinamento del Mar mediterraneo per cui il sindaco è preoccupatissimo dell’ordine pubblico, quindi viene coinvolto anche il tema della vigilanza e del controllo del territorio.
“La Svedese” è solo il primo titolo di una serie? Ci saranno altri episodi in seguito?
Ho lasciato aperto il romanzo che sta avendo buon successo. Questa di Marconia è la diciottesima presentazione, sono stato a Salerno a Napoli, l’ho presentato a Potenza e nei comuni dell’hinterland. Tutti quelli che lo leggono me lo chiedono, quindi è probabile un ritorno della Svedese!
Filippo Radogna