“Il campione analizzato non presenta superamenti dei valori ed è in linea con i risultati del precedente prelievo”. L’Arpab, su mandato dell’Azienda sanitaria di Potenza, ha analizzato le acque in uscita dal potabilizzatore di Masseria Romaniello attraverso un...
Durante una videolezione stavo dicendo: ”La speranza fondata su Cristo vince la paura della morte aprendo l’uomo alla certezza della vita eterna”.
Un’alunna mi interrompe e mi dice: “Professore, io in questi giorni ho messo in pratica un vostro consiglio e ho riletto il Credo, quello che voi chiamate apostolico; ad un certo punto si afferma «Credo … la resurrezione della carne,la vita eterna. Amen».
Mi potete spiegare bene il termine carne?”
Ho risposto.
Il termine carne indica la persona umana nella sua condizione di essere debole e mortale; risurrezione della carne significa che, dopo la morte, non ci sarà solamente la vita dell’anima immortale, ma anche quella dei corpi che, risorti, diverranno immortali anch’essi.
La morte separa l’anima dal corpo, che cade nella corruzione; l’anima, invece, va subito incontro a Dio, ma resta in attesa di essere riunita al suo corpo glorificato.
La speranza della vita nuova è la buona notizia del Vangelo!
Benedetto XVI nell’Enciclica Spe Salvi afferma: “Il Vangelo non è soltanto una comunicazione di cose che si possono sapere, ma è una comunicazione che produce fatti e cambia la vita. La porta oscura del tempo, del futuro, è stata spalancata. Chi ha speranza vive diversamente; gli è stata donata una vita nuova”.
La speranza cristiana è fondata sulla resurrezione di Cristo che ha vinto la morte e l’ha vinta anche per noi.
Essa risponde al bisogno di felicità che Dio ha posto nel cuore di ogni uomo; salvaguarda dallo scoraggiamento; preserva dall’egoismo e conduce alla carità; mantiene il cuore nella fede, in attesa della beatitudine eterna.
Vivere nella speranza significa riconoscere che la salvezza dell’uomo è opera di Gesù Cristo.
Sempre nell’Enciclica Spe Salvi, sulla speranza cristiana, Papa Benedetto XVI scrive: “Il Signore è il mio pastore: non manco di nulla … Anche se vado per una valle oscura, non temo alcun male, perché tu sei con me” (Sal 23,1-4). Il vero pastore è Colui che conosce anche la via che passa per la valle della morte; Colui che anche sulla strada dell’ultima solitudine nella quale nessuno può accompagnarmi, cammina con me guidandomi per attraversarla: Egli stesso ha percorso questa strada, è disceso nel regno della morte, l’ha vinta ed è tornato per accompagnare noi e darci la certezza che, insieme con Lui, un passaggio lo si trova”.
La visione cristiana della morte è splendidamente espressa nella liturgia della Chiesa: “Ai tuoi fedeli, Signore, la vita non è tolta, ma trasformata; e mentre si distrugge la dimora di questo esilio terreno, viene preparata un’abitazione eterna nel cielo”.
Questo significa che la morte non è mai la fine, ma solo l’inizio di una nuov vita.
Questa è la speranza cristiana: la buona notizia che annuncia l’orizzonte della vita eterna in Cristo.
Nicola Incampo
Responsabile della Conferenza Episcopale di Basilicata per l’IRC e per la pastorale scolastica