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Ha sottratto modo disinvolto e spregiudicato ingenti somme di denaro a 12 ignari correntisti anziani per investirle in un’attività di ristorazione formalmente intestata al figlio ma di fatto gestita da lui.
Grazie all’acquisizione di denunce, sommarie informazioni, documentazione bancarie e notarili, verifiche incrociate le cui risultanze sono confluite in capillari ed analitici accertamenti finanziari, è stato possibile ricostruire, dalle parole del Procuratore capo del Tribunale di Matera Pietro Argentino “incredibili vicende truffaldine e indebite appropriazioni che, in buona sostanza hanno consentito di lucrare somme complessive pari a euro 1.260.670, dei quali è stato possibile contestare solo la somma di euro pari a 777.453 per fatti riferiti ad annualità successive al 2012”.
Con l’accusa di truffa aggravata, appropriazione indebita, autoriciclaggio e trasferimento fraudolento di valori è stato arrestato il 56enne Michele Lolaico, ex direttore della filiale di Irsina della Banca Popolare di Puglia e Basilicata.
L’Ordinanza di Custodia Cautelare in Carcere è stata eseguita nella tarda serata di ieri dai Carabinieri e dai Finanzieri di Matera.
L’operazione, che ha visto impegnati oltre 50 tra militari e Finanzieri, ha portato anche al sequestro di un noto ristorante situato nei Sassi (la “Diciannovesima Buca”), di due immobili situati a Irsina, di un’autovettura e di tutti i conti correnti, dossier titoli e cassette di sicurezza riconducibili all’indagato.
Le indagini sono state condotte in perfetta sinergia del Nucleo di Polizia Economico-Finanziaria della Guardia di Finanza di Matera, dalla Compagnia Carabinieri di Tricarico e dall’Aliquota Carabinieri della Sezione di Polizia Giudiziaria del Tribunale.
“Il procedimento – ha spiegato il procuratore della Repubblica Pietro Argentino – trae origine da un accertamento ispettivo effettuato nel novembre 2017 da funzionari della Banca Popolare di Puglia e Basilicata presso la filiale di Irsina (MT) poiché erano emerse gravi anomalie nella gestione di conti e titoli azionari da parte del direttore pro tempore Michele Lolaico.
Nel corso dell’ispezione il direttore si era allontanato repentinamente dalla filiale facendo temere che potesse compiere atti di autolesionismo.
Dopo essersi sincerati che il suo allontanamento fosse determinato soltanto dal timore di incorrere nei provvedimenti della giustizia, le verifiche investigative hanno consentito di accertare che lo stesso, per circa un decennio, approfittando del suo ruolo dirigenziale all’interno della Filiale e della fiducia riposta dalla clientela, spesso persone anziane, nel circoscritto territorio di Irsina, ha agito indisturbato gestendo in proprio conti e quindi, sottraendo circa 1.260.000 euro dai conti di numerosi clienti, mediante la simulazione di investimenti in polizze assicurative rilevatesi poi inesistenti e riscattando premi di polizze esistenti ad insaputa dei reali beneficiari, facendo transitare in prima battuta le somme in esame su conti correnti di ignare persone e fornendo ai clienti truffati documenti ideologicamente falsi sulla loro situazione finanziaria, approfittando della loro inesperienza e anche della loro età avanzata e della fragilità che connota tale fase della vita.
Dopo la denuncia formalizzata dai vertici della Banca nei suoi confronti si è sottoposto, su sua richiesta, ad un interrogatorio fornendo una versione edulcorata delle sue manipolazioni di conti ed indicando a ‘giustificazione’ il crollo della borsa che l’avrebbe indotto, per non deludere i clienti, a sottacere circa le perdite finanziarie nell’investimento in borsa e, in alcuni casi, ad integrare le stesse perdite con il suo denaro.
Si è accertato, invece, che faceva ciò con somme prelevate da altri conti di ignari clienti, che neppure sapevano di aver investito in azioni. I laboriosi accertamenti contabili condotti dagli inquirenti hanno consentito di dipanare una incredibile ed inestricabile attività manipolatoria di conti e depositi finalizzata esclusivamente all’appropriazione indebita di somme di denaro, con cui indisturbato l’indagato ha inteso supportare un tenore di vita di gran lunga superiore alla sua situazione reddituale.
Sono 12 i correntisti oggetto delle illecite attività poste in essere dall’indagato che hanno presentato formali denunce”.