Nel rispetto dei diritti delle persone indagate e della presunzione di innocenza, per quanto risulta allo stato attuale, salvo ulteriori approfondimenti e in attesa del giudizio, si comunica quanto segue. La Polizia di Stato di Matera, a seguito di indagini, ha...
“Non era facile dimenticare chi era veramente: un medico sì, ma anche Viola la strega, con una prepotente voglia di seguire altre tracce. Non era facile dimenticare le parole della nonna.” Si tinge di nuovo di noir la Basilicata con il terzo romanzo di Piera Carlomagno, Il taglio freddo della luna (Solferino) che ha come protagonista l’anatomopatologa Viola Guarino (il suo esordio in Una favolosa estate di morte – Rizzoli, vincitore del Premio Romiti di «Ombre», sezione Emergenti, al Caffeina Festival di Viterbo – a seguire Nero lucano, Solferino). Lei, con una mamma strega e una nonna lamentatrice – una delle donne che piangeva ai funerali –, additata da sempre per questa eredità ingombrante, prende in prestito proprio la sua sensibilità per risolvere i casi che le si presentano.
L’ultima scena del crimine che deve analizzare sembra una quinta teatrale: il professor Vittorio Ambroselli ucciso come Marat nella vasca da bagno della sua villa ricca di opere d’arte, nel bosco Pantano di Policoro. Era un fisico, professore ordinario all’Università La Sapienza, membro dell’Istituto nazionale di fisica nucleare ma, soprattutto, nel 2019 uno dei supertecnici dell’operazione di estrazione del monolito delle scorie americane nascoste a Rotondella negli anni Cinquanta.
Per gli inquirenti, insomma, il sostituto procuratore Loris Ferrara in primis – il PM con cui Viola ha un rapporto complicato –, Ambroselli è sicuramente un uomo che poteva avere moli nemici.
Non solo, spunta anche la relazione di sua figlia diciassettenne, Ginevra, con il giovane Wlady, nipote prediletto della ricca matriarca Marina Pietrofesa Cortese, una famiglia di antichi latifondisti. Lei, come tutti gli anni, aveva organizzato il pranzo di fine estate a Metaponto e Wlady non si è presentato.
Fittissima la trama, intriganti personaggi, raffinato lo stile della Carlomagno nel dar vita a una storia di ombre, sul filo di un presente fosco e di un passato pieno di segreti. Spicca Viola, come sempre così sfuggente, piena di sfumature, una rivelazione continua. Una donna bellissima e tormentata, tutta d’un pezzo sul lavoro eppure incapace di avere serenità dal punto di vista sentimentale.
Il taglio freddo della luna deve il suo appeal all’eleganza narrativa dell’Autrice: non c’è nulla di scontato in questo romanzo.
Piera Carlomagno è giornalista professionista e scrive sul «Mattino». È direttrice artistica del SalerNoir Festival. È laureata in cinese e ha tradotto un’opera teatrale del Premio Nobel Gao Xingjian.
Rossella Montemurro