La Fondazione Francesca Divella, in collaborazione con il Comune di Matera e l'associazione "Una stanza per un sorriso - Sostiene i pazienti oncologici", è lieta di annunciare la "Giornata della prevenzione senologica e ginecologica", un evento dedicato alla salute e...
Ricordo una domanda che mi facevano spesso i miei alunni era “Professore, ma che cosa è l’amore?”
Ecco, la riflessione che voglio proporvi oggi è proprio questa: che cosa è l’amore?
L’amore è volontà di bene, è vivere per gli altri, è soffrire per gli altri, è morire per gli altri.
Un’espressione speciale di questo amore è il matrimonio, nel quale secondo il progetto di Dio, uomo e donna si vincolano, in piena libertà, a vivere insieme per tutta la vita.
Dio ha donato all’uomo la sessualità: un dono importante, finalizzato al bene e alla crescita della persona.
Un dono che secondo il progetto di Dio è deve essere sempre espressione di amore autentico.
Le Sacre Scritture insegnano che Dio ha destinato la sessualità all’incontro tra l’uomo e la donna in un patto di amore totale, indissolubile e aperto alla vita.
Nella Genesi la sessualità è presentata come dono di Dio per la piena realizzazione dell’uomo nella diversità tra maschio e femmina.
Essa viene collegata da Dio stesso al matrimonio, quale patto d’amore indissolubile: “Dio creò l’uomo e la donna; maschio e femmina li creò. Dio li benedisse e disse loro: “Siate fecondi e moltiplicatevi, riempite la terra”. (Genesi 1, 27-28)
Poi disse ancora: “L’uomo lascerà suo padre e sua madre e si unirà a sua moglie, e i due saranno un’unica carne”. (Genesi 2, 24).
L’essere una carne sola indica che l’unione sessuale è espressione di un amore che impegna l’uomo e la donna per sempre.
Anche nel libro dell’Esodo, quando Dio dà a Mosè le Tavole della Legge, c’è una parola che riguarda la sessualità: “Non commettere adulterio … Non desidererai la moglie del tuo prossimo” (Genesi 10, 14-17).
E’ una Parola che difende chiaramente il valore del matrimonio, ribadito anche da Gesù: “L’uomo non divida quello che Dio ha congiunto” (Matteo 19,16).
Per noi cristiani il matrimonio è un sacramento, cioè un segno dell’amore di Dio.
Gli sposi cristiani testimoniano l’amore fedele di Cristo per la sua sposa, ovvero la comunità cristiana.
È per questo motivo che San Paolo scrive: “Voi mariti amate le vostre mogli come Cristo ha amato la Chiesa”.
E com’è che Cristo ha amato la Chiesa? Con la sua stessa vita, morendo in croce.
Questo è il modo con cui il marito cristiano è chiamato ad amare la propria moglie.
Altrettanto vale per le mogli cui san Paolo dice: “E voi mogli siate sottomesse ai vostri mariti come la Chiesa è sottomessa a Cristo”.
E’ evidente che non è un motivo per diventare schiave dei mariti, ma a riconoscere nel marito il segno di Cristo.
Inoltre, il sacramento del matrimonio e quindi l’amore degli sposi si esprime nell’unione sessuale: un unione che rafforza il vincolo d’amore ed è aperto al progetto creativo di Dio.
Il matrimonio vissuto secondo il progetto di Dio diventa una gioia e una consolazione continua, oltre che una grande testimonianza dell’amore di Dio.
E’ per grazia di Dio, però, che gli sposi cristiani possono volersi bene per tutta la vita, superando giorno per giorno crisi e difficoltà.
Infatti, la fedeltà per tutta la vita è un impegno difficile: tale amore è possibile solo se gli sposi si lasciano guidare da Cristo, fonte di ogni grazia.
Nel rito del matrimonio cristiano gli sposi pronunciano le seguenti parole: “Con la grazia di Cristo prometto di esserti fedele sempre, nella gioia e nel dolore, nella salute e nella malattia, e di amarti e onorarti tutti i giorni della mia vita” (Dal rito del matrimonio).
Nicola Incampo
Responsabile della CEB per l’IRC e per la pastorale scolastica