mercoledì, 27 Novembre 2024

Oggi voglio parlarvi dei miracoli e lo vorrei fare raccontandovi un aneddoto alquanto intrigante e scherzoso che raccontava un mio amico.

Questo aneddoto  racconta che un giocatore di schedina, napoletano, spesso invocasse san Gennaro perché lo aiutasse, miracolosamente, a vincere facendo tredici (quando esisteva il gioco della schedina al Totocalcio).

Siccome non ci riusciva mai ogni giorno, con insistenza, glielo richiedeva.

Un po’ stufo di vederselo davanti ogni giorno per lo stesso motivo, in un’occasione alla reiterata richiesta del napoletano al suo santo, di concedergli di fare tredici alla schedina, dalla statua dinanzi alla quale l’indomito giocatore si recava regolarmente giunge una voce: “Vabbè che vuoi vincere e vabbè che io ti devo aiutare ma tu almeno gioca la schedina, mica posso fare tutto io”.

Questo significa che i miracoli sì, li compie Dio, ma noi dobbiamo invocarli, cercarli, partecipando con il nostro impegno per ottenere ciò che chiediamo.

Adesso leggiamo insieme un brano del vangelo di Matteo: “Partito di là, Gesù si diresse verso le parti di Tiro e Sidone. Ed ecco una donna Cananèa, che veniva da quelle regioni, si mise a gridare: «Pietà di me, Signore, figlio di Davide. Mia figlia è crudelmente tormentata da un demonio». Ma egli non le rivolse neppure una parola.
Allora i discepoli gli si accostarono implorando: «Esaudiscila, vedi come ci grida dietro». Ma egli rispose: «Non sono stato inviato che alle pecore perdute della casa di Israele». Ma quella venne e si prostrò dinanzi a lui dicendo: «Signore, aiutami!». Ed egli rispose: «Non è bene prendere il pane dei figli per gettarlo ai cagnolini». «È vero, Signore, disse la donna, ma anche i cagnolini si cibano delle briciole che cadono dalla tavola dei loro padroni». Allora Gesù le replicò: «Donna, davvero grande è la tua fede! Ti sia fatto come desideri». E da quell’istante sua figlia fu guarita.”.

La guarigione della figlia l’effettua Gesù, ma perché lei ha insistito, non si è abbattuta, non si è scoraggiata, non ha abbandonato alla prima difficoltà, ma ha sperato e coraggiosamente ha ribattuto manifestando ferma convinzione del suo intendimento.

La donna cananea ci dà un bell’esempio di come poter agire.

Dapprima inascoltata e ignorata da Gesù, nonostante il suo gridare per attirare l’attenzione, poi, quando i discepoli la rendono presente, non si scoraggia, ma ribatte con un supplemento di speranza adeguandosi all’esempio di Gesù.

Infatti è Gesù che ne ammira il coraggio, è Gesù che ne sottolinea la fede e la premia concedendole ciò per cui lo aveva invocato: “Donna, grande è la tua fede! Avvenga per te come desideri”.

La determinazione e la reiterazione della richiesta denuncia il nostro desiderio, le nostre attese e le nostre speranze.

Attenzione però non deve essere una richiesta lamentevole, ma deve essere un’insistenza convinta e pregevole, perché innestata nella certezza che Dio tutto può.

Nicola Incampo

Responsabile della CEB per l’IRC e per la pastorale scolastica

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