venerdì, 5 Dicembre 2025

È un giorno speciale per la comunità di Grassano, che il 22 settembre 2025 festeggia la 379ª edizione della Festa di Sant’Innocenzo, il patrono del paese. Una tradizione che affonda le sue radici nella storia della Chiesa e della devozione popolare.

A guidare oggi la comunità della Chiesa Matrice è don Pino Daraio, chiamato a raccogliere un’eredità spirituale e culturale importante, in un momento di rinnovata riflessione sul significato del martirio e della fede cristiana.

Per comprendere l’importanza della figura di Sant’Innocenzo per Grassano, è necessario fare un salto indietro nella storia, fino all’epoca delle persecuzioni contro i cristiani sotto gli imperatori Diocleziano e Massimiano, tra il 293 e il 305 d.C.

In quegli anni operava nell’Impero Romano una legione nota come la Legione Tebea, composta da circa 6.600 soldati cristiani, originari della Tebaide (nell’attuale Egitto). Fedeli al Vangelo e al dovere militare, questi uomini rappresentavano un modello di disciplina e integrità. Il loro comandante era San Maurizio, figura venerata anch’essa come martire.

Quando Massimiano ordinò alla Legione Tebea di partecipare a riti pagani e di combattere contro altri cristiani nelle Gallie, i soldati si rifiutarono, dichiarando apertamente la propria fede in Cristo. La risposta dell’Imperatore fu brutale: prima ordinò la decimazione della legione, poi il massacro completo di chi persisteva nella fede.

Anche Innocenzo, soldato della Tebea, fu trucidato per non aver rinnegato Cristo. La sua figura è legata a questo gesto estremo di coerenza e coraggio: un giovane, un militare, un cristiano che ha scelto il martirio anziché tradire la propria coscienza.

Il legame tra Sant’Innocenzo e Grassano non nasce da un miracolo locale, ma da una scelta consapevole e simbolica. Secondo una testimonianza raccolta dall’allora monsignor Angelo Mazzarone, fu un canonico della Cattedrale di Grassano a proporre il nome di Innocenzo come patrono al Vescovo dell’epoca.

Una scelta che esprimeva il desiderio di ispirarsi a un modello di fede incrollabile e coraggio civile. In un’epoca in cui la religione era perseguitata, Innocenzo rappresentava l’ideale cristiano puro: obbediente alle leggi umane finché non contraddicevano quelle divine. 

Nel corso dei secoli, la festa patronale di Sant’Innocenzo è diventata una delle ricorrenze più sentite nel paese lucano. La data del 22 settembre segna ogni anno un momento di forte partecipazione collettiva: celebrazioni liturgiche, processioni, concerti bandistici, momenti di festa e di memoria si intrecciano, dando forma a un’identità comunitaria profonda.

Anche quest’anno, la commemorazione assume un significato particolare: dopo quasi mezzo secolo, don Carmine Rotunno non è più tra i fedeli a celebrare il suo amato Patrono. La sua figura rimane però presente nella memoria dei grassanesi, per il suo ruolo di pastore, educatore, guida spirituale. 

In un mondo segnato da conflitti, compromessi e perdita di valori, la figura di Sant’Innocenzo parla ancora alle coscienze moderne. Il suo sacrificio ricorda che la libertà interiore e la dignità personale si custodiscono nella fedeltà ai propri principi, anche a costo della vita.

Come dicevo sempre ai miei alunni: “Grassano è orgogliosa di festeggiare Sant’Innocenzo martire, perché questo uomo ha dimostrato che dobbiamo vivere per salvarci l’anima, e non per avere successo.” 

Un messaggio che attraversa i secoli e che, ogni 22 settembre, torna a risuonare potente nel cuore della Basilicata.

Nicola Incampo

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