Lunedì 25 novembre p.v. alle 17.30 nella Sala Laura Battista della Biblioteca provinciale di Matera (ingresso da via Roma), il Soroptimist Club Matera con il patrocinio dell'Associazione Italiana Donne Medico, nell'ambito della Giornata Internazionale per...
Durante il periodo quaresimale sempre raccontavo ai miei alunni la storia di Maria l’Egiziaca.
Nata nel 344 ad Alessandria d’Egitto, Maria fuggì dalla propria casa all’età di dodici anni abbandonandosi ad una vita dissoluta e guadagnandosi da vivere elemosinando e facendo la prostituta, anche se nella sua Vita si racconta di come spesso rifiutasse i soldi offerti per i propri favori sessuali.
La storia ci dice che all’età di ventinove anni incontrò ad Alessandria un gruppo di pellegrini che si stavano imbarcando per Gerusalemme e, spinta dal desiderio di lasciare l’Egitto per visitare nuove terre, s’imbarcò con loro, seducendoli uno dopo l’altro.
Una volta arrivata nella città, il giorno della festa della croce, fu impedita dal recarsi insieme ai suoi compagni nella Basilica da una forza che la tratteneva. Resasi conto del motivo di quell’impedimento, si mise a pregare davanti all’icona della Madre di Dio e solo dopo riuscì ad entrare e ad adorare la Croce di Gesù.
Uscendo, pregò nuovamente davanti alla stessa icona della Madre di Dio e sentì una voce che le disse «se attraverserai il fiume Giordano, ritroverai quiete e beatitudine».
Eccola in cammino nell’aspro deserto di Giuda dove inizia la sua vita eremitica e penitente, sotto il sole implacabile e durante i rigidi inverni, nutrendosi di datteri e piante selvatiche, ma soprattutto pregando e meditando.
Un giorno le appare nel deserto un monaco di nome Zosimo che si offre di portarle in futuro l’Eucarestia.
Ma Maria era già da quarantasei anni nel deserto ed era molto vecchia.
Zosimo ritorna da lei in quaresima per la Comunione, varca il Giordano stupefatto perché i suoi piedi camminano sull’acqua e trova Maria debole, ma felice per il grande dono.
Quando l’anno successivo egli ritornò, Maria non c’era più, ma sulla sabbia Zosimo s’accorse di alcune lettere.
Cominciò a leggere:
“Padre Zosimo, seppellisci il corpo dell’umile Maria.
Restituisci la terra alla terra e prega per me.
Sono morta la notte della Passione del Signore,
dopo aver ricevuto il divino e mistico Banchetto”.
È questa la storia di Maria l’Egiziaca; un cristianesimo serio, ma soprattutto un cristianesimo pieno di pace.
Sant’Antonio Abate diceva: “Come i pesci muoiono se restano troppo a lungo fuori dell’acqua, così i monaci che indugiano fuori della loro celle o trascorrono il tempo con uomini del mondo perdono l’intensità della pace interiore”.
Nicola Incampo
Responsabile dell’IRC e della Pastorale Scolastica della Conferenza Episcopale di Basilicata