giovedì, 21 Novembre 2024

Il 25 novembre a Matera il Soroptimist Club della città dei Sassi, in occasione della Giornata internazionale per l’eliminazione della  violenza sulle Donne,  ospita la psicoterapeuta Maura Anfossi, autrice del saggio “Emozioni a colori”

Lunedì 25 novembre p.v. alle 17.30 nella Sala Laura Battista della Biblioteca provinciale di Matera (ingresso da via Roma), il Soroptimist Club Matera con il patrocinio dell'Associazione Italiana Donne Medico, nell'ambito della Giornata Internazionale per...

Mobilità sanitaria: intesa apulo-lucana

Su proposta dell’assessore alla Salute, Politiche per la Persona e Pnrr, Cosimo Latronico, la Giunta regionale ha approvato lo schema di accordo tra la Regione Basilicata e la Regione Puglia, per la compensazione della mobilità sanitaria interregionale. “Per la prima...

Oggi vorrei accontentare un collega che mi ha chiesto una riflessione sul monachesimo benedettino.

Benedetto nasce a Norcia, in Umbria, intorno al 480.

Ventenne si reca a Roma per studiare, ma rimane disgustato dalla vita dissoluta di molti suoi compagni di studi.

Per questo motivo, attorno al 500, cioè prima della conclusione dei suoi studi, Benedetto lascia Roma e, attratto dallo stile di alcuni eremiti dei monti Sabini, si ritira in una grotta di Subiaco.

Nel 529 Benedetto con alcuni discepoli fonda il monastero di Montecassino, a metà strada tra Roma e Napoli.

Qui forma una comunità di monaci la cui vita si basa sulla preghiera, studio e lavoro, il cui fine è la sincera ricerca di Dio, per diventare sempre più conformi a Cristo.

Intorno al 540, scrive la Regola, il cui motto è Ora et labora, (Prega e lavora); capolavoro di equilibrio e saggezza, essa pone la comunità sotto la guida di un abate, che nel monastero fa le veci di Cristo.

Secondo la Regola di san Benedetto l’abate deve essere l’educatore dei monaci, cioè un tenero padre, ma anche un severo maestro.

Tuttavia, per essere capaci di prendere sagge decisioni, l’abate deve saper ascoltare il consiglio dei monaci.

Secondo la Regola di san Benedetto ogni monastero deve essere eretto in luogo solitario, circondato da terre da cui i monaci possono trarre il loro sostentamento.

Chiuso da una cinta di mura, al suo interno ci deve essere tutto il necessario per il bisogno della comunità: la chiesa, il dormitorio, il refettorio, al cucina, la biblioteca, la sala per lo studio e lo scrittoio per la copiatura dei testi antichi, quindi l’orto, il mulino, le stalle, i magazzini e i granai.

 n poco tempo il monachesimo benedettino si diffuse in tutta Europa con migliaia di abazie.

Famose sono quella di Cluny in Francia e quella di San Gallo in Svizzera.

L’opera dei monaci benedettini assume ben presto grande importanza in vari campi:

In campo letterario: salvano il patrimonio dell’antichità classica con la ricopiatura di antichi manoscritti;

In campo grafico: introducendo la minuscola carolina o la scrittura di cancelleria che facilita la trascrizione dei testi sacri agli amanuensi;

In campo musicale: inventano il rigo musicale e diffondono il canto gregoriano per la liturgia in tutta Europa;

In campo artistico: diffondono lo stile romanico e danno poi grande impulso allo stile gotico;

In campo medico: coltivano erbe medicinali e aprono nelle abazie farmacie e i primi ospedali;

In campo agricolo: coltivano campi e bonificano paludi.

I monaci si dedicano, però, soprattutto alla diffusione del Vangelo.

Mentre i papi inviano i monaci benedettini come missionari tra i popoli barbari, i regnanti affidano ai monaci il compito di istruire ed educare i propri sudditi.

Benedetto, padre del monachesimo occidentale, muore il 21 marzo del 547 nel suo monastero di Montecassino.

Nicola Incampo

Responsabile della CEB per l’IRC e per la pastorale scolastica

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