giovedì, 28 Novembre 2024

Emergenza idrica: nuovo rapporto Arpab sull’acqua potabilizzata

“Il campione analizzato non presenta superamenti dei valori ed è in linea con i risultati del precedente prelievo”. L’Arpab, su mandato dell’Azienda sanitaria di Potenza, ha analizzato le acque in uscita dal potabilizzatore di Masseria Romaniello attraverso un...

L’autrice romana Paola Migliacci ha esordito sul panorama editoriale con Grano Nero pubblicato con Another Coffee Stories, un doloroso e intrigante romanzo che amalgama sapientemente la storia con la s minuscola a quella con la S maiuscola proiettando il lettore nella provincia trevigiana agli inizi del secolo scorso in un clima di miseria, ignoranza, arretratezza e superstizione.

A soli dieci anni, Alice, una bambina perfettamente sana, viene abbandonata dalla madre nel manicomio Sant’Artemio di Treviso. Katrin, una psichiatra piena di ferma disciplina e dalla bellezza algida, desidera diventare madre. Quando le viene confermato che è sterile e per questo viene lasciata dal marito – un fanatico gerarca fascista – scende a patti con la stessa follia dei pazienti elaborando un piano diabolico pur di non perdere il suo uomo e la sua posizione.

All’arrivo del nuovo direttore, Ottavio Mastrelli, Alice avrà modo di provare a liberarsi dalla reclusione forzata che rischia di condurla realmente alla follia.

La follia, tuttavia, non è solo all’interno del manicomio: fuori imperversa la guerra e Treviso viene bombardata. Alice, come molti uomini e molte donne che hanno vissuto la stessa devastante esperienza, non subisce passivamente la Storia, ma combatte per non abbandonarsi al desiderio di vendetta dimostrando che è possibile per ognuno di noi mantenere incolume la propria umanità, anche quando tutti intorno l’hanno inesorabilmente perduta.

“Scrivendo Grano Nero – ha dichiarato l’autrice – sono partita da un interrogativo: ‘Chi di noi non si è sentito reduce della mancanza di qualcuno?’.

Volevo parlare di donne. Nel mio romanzo ogni personaggio femminile ha un sogno e lotta per realizzarlo, attraverso le logiche del potere e del controllo. Sono queste le forze che muovono la storia, in quanto il potere genera le manovre e le tattiche, volontarie o involontarie, che le protagoniste mettono in atto per ottenere un controllo sulla propria vita e su quella degli altri. Solo Alice, la protagonista, oppone il suo diniego silenzioso a queste dinamiche: è l’unico personaggio nella storia a credere che non ci sia alcun bisogno di avere ‘potere su’.

Più di tutto, volevo scrivere di umanità: ma esiste l’umanità in un contesto manicomiale? Cosa rimane di una persona quando viene spogliata del suo quotidiano, e poi di ogni aspetto della sua personalità? Mi interessava ambientare la narrazione proprio in un momento storico in cui la politica si appropriava del quotidiano dei cittadini, pervadendolo in mille modi, e li spogliava della loro unicità per conformarli il più possibile alle esigenze della dittatura fascista. Volevo esplorare il mondo narrativo di un’istituzione totale durante il governo di un regime totalitario”.

“Definirei Grano Nero un libro d’etica della complessità, poiché le donne, al centro di quest’opera, mostrano un ampio vissuto fatto di lotte e sogni, in cui impossibile è non identificarsi – ha commentato l’editrice. La riflessione su personaggi come Alice può non solo contribuire in modo rilevante alla decostruzione del primato della cultura patriarcale, ma significare la vera forza della protagonista: l’autentica celebrazione della forza morale. Un messaggio d’auspicio e un reportage di una realtà prorompente fatta di donne che non si arrendono”.

La verosimiglianza dei personaggi e delle vicende, insieme alla giostra di sentimenti ed emozioni, ne scandisce il narrato e completa un titolo di certo non scelto a caso: il grano è simbolo sacro di vita e fecondità, ma in questa storia è nero perché rappresenta l’aggressione e la sopraffazione, ovvero la realtà quotidiana vissuta all’interno del manicomio, e quella che andava in scena fuori dalle mura, con l’avvento dei fascismi in Europa.

L’AUTRICE

Paola Migliacci vive a Roma, dove lavora come counselor nell’analisi bioenergetica. Se dopo questa sfilza di paroloni non avete capito cosa faccia esattamente, rassicuratevi: se lo domanda spesso anche lei.

Per semplificarsi la vita fa due cose, una per il corpo e una per la mente: solleva pesi ai campionati italiani di powerlifting, dove detiene il primato italiano nella categoria master, e soprattutto organizza delle lunghe residenze di scrittura nella sua casa di Torricella Peligna, dove ogni estate ospita scrittori e scrittrici da tutta Italia. Proprio durante una di queste riunioni nel paese natìo di John Fante è nato Grano Nero, il suo primo romanzo.

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