mercoledì, 27 Novembre 2024

Un dipendente del Comune di Gorgoglione è accusato dei reati di peculato e falso ideologico, aggravati e continuati. All’esito delle indagini, condotte dalla Polizia di Stato e coordinate dalla Procura della Repubblica di Matera, è stato notificato all’indagato l’Avviso della conclusione delle indagini preliminari.

Le indagini, svolte dalla Squadra Mobile, sono state avviate a seguito della denuncia presentata in Procura dal Sindaco di Gorgoglione, Avv. Carmine Nigro.

Gli investigatori hanno accertato che l’indagato, abusando della funzione pubblica svolta presso il Comune di Gorgoglione, nel corso degli anni ha emesso 34 falsi mandati di pagamento a favore di un suo zio e di sua moglie. La banca che svolge i servizi di Tesoreria per conto del Comune, una volta ricevuti i mandati, indotta in errore, effettuava i relativi bonifici sui conti intestati allo zio e alla coniuge del funzionario infedele. Quest’ultimo, poi, effettuava frequenti prelievi in contanti da quei conti, di cui era cointestatario, di fatto prosciugandoli.

Le complesse indagini, consistite in accertamenti patrimoniali, acquisizioni documentali, analisi di tabulati telematici, escussione di persone informate su quanto accaduto,hanno permesso di ricostruire i fatti contestati, commessi dal mese di agosto del 2010 al mese di maggio del 2020. È stato inoltreacquisito l’indirizzo I.P. dal quale l’indagato con il proprio smartphone si era collegato al sito del Comune, per disporre un mandato di pagamento. Le somme complessivamente sottratte dal soggetto ammontano a oltre 407 mila euro.

Inoltre, è stata fatta luce sulle particolari modalità utilizzate dal funzionario per nascondere gli esborsi nel bilancio del Comune ai controlli interni e dei revisori contabili.Egli formava un primo falso mandato, simulando pagamenti per importi IVA dovuti all’erario col metodo del c.d. “split payment” ovvero scissione dei pagamenti, cioè pagamenti per servizi fittizi forniti da altri enti pubblici. Successivamente produceva un secondo falso mandato – con stesso oggetto, numero e importo del primo ma diverso beneficiario – che corrispondeva al suo parente o coniuge.

Inserendo come beneficiario fittizio del primo falso mandato un qualsiasi ente pubblico, l’indagato limitava così il rischio dei controlli successivi sulla contabilità del Comune. Ciò gli consentiva inoltre di limitarsi a falsificare i soli mandati, non essendo necessari per i pagamenti dell’IVA le c.d. determine di impegno e di liquidazione, di competenza di altri Uffici di quell’ente.

All’esito dell’attività ispettiva interna, il Comune di Gorgoglione ha instaurato il procedimento di licenziamento per giusta causa nei confronti del dipendente infedele.

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