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Riceviamo e pubblichiamo dal medico igienista Espedito Moliterni:
Il 17 Novembre è stata celebrata la Giornata di Sensibilizzazione per l’eliminazione del tumore della cervice uterina e degli altri tumori HPV-correlati. L’infezione da HPV (Human Papilloma Virus) è l’infezione sessualmente trasmessa più diffusa al mondo, nota come la causa primaria del tumore della cervice uterina. Non si tratta, però, di un’infezione esclusivamente femminile. Colpisce, infatti, anche un uomo su tre, mettendolo a rischio di sviluppare patologie e contribuire alla diffusione dell’infezione.
Tra le patologie HPV-correlate ci sono anche il tumore dell’ano, dell’orofaringe, del pene e della vulva.
Nel 2020 l’Organizzazione Mondiale della Sanità ha indicato un obiettivo ambizioso, ovvero eliminare entro il 2030 il tumore della cervice uterina attraverso tre traguardi fondamentali: 1) vaccinare il 90% delle ragazze entro i 15 anni di età contro l’HPV; 2) sottoporre 70% a screening il 70% delle donne entro i 35 anni e nuovamente entro i 45 anni; 3) trattare in modo tempestivo il 90% delle donne con lesioni cervicali precancerose o invasive.
Questo percorso richiede un impegno collettivo e continuo perché solo l’azione coordinata tra le strutture sanitarie competenti può colmare i ritardi ancora presenti. Un esempio di ritardo? Le coperture vaccinali italiane sono purtroppo ancora lontane dall’obiettivo del 90%.
Eppure l’Italia, coerentemente con il Piano Nazionale di Prevenzione Vaccinale 2023 -2025 che tra i suoi obiettivi ha il rafforzamento della prevenzione del cancro della cervice uterina e delle altre malattie HPV correlate, ha adottato la vaccinazione universale contro l’HPV, riconoscendo che la protezione delle sole ragazze non è sufficiente a controllare la diffusione del virus ed ha esteso la vaccinazione anche ai ragazzi in età adolescenziale, non solo allo scopo di interrompere più rapidamente la circolazione virale, ma anche per proteggerli direttamente da tumori HPV-correlati, come quelli del pene, dell’ano e dell’orofaringe.
Il vaccino a disposizione è sicuro ed efficace e, con il raggiungimento del target di copertura del 95% stabilito nel Piano Nazionale di Prevenzione Vaccinale 2023-2025, potremmo evitare più di 300mila diagnosi di lesioni cervicali precancerose e 20mila casi di tumori alla cervice uterina.
Il vaccino contro l’HPV è offerto gratuitamente, per le ragazze e per i ragazzi, a partire dagli 11 anni di età. La vaccinazione è più efficace se eseguita prima dell’inizio della vita sessuale; quindi vaccinarsi appena possibile è la scelta giusta; rappresenta uno “scudo” per difendersi dalle patologie correlate al papillomavirus.
La Regione Basilicata è da sempre impegnata nell’offerta attiva di questo vaccino e occorre ricordare che nel lontano 2007 è stata la prima ed unica Regione in Italia a vaccinare contemporaneamente quattro classi di età ( donne di 12, 15, 18, 24 anni); a questo proposito si vuole ricordare che la nostra Regione dovette subire diverse critiche da parte di autorevoli specialisti nazionali, tutte poi rientrate per il notevole successo di questa strategia vaccinale sia in termini di efficacia che di copertura.
Ma ad oggi, come accennato in precedenza, il 90% di copertura è ancora lontano.
Le cause?
Indubbiamente vi è una generale disaffezione nei confronti delle vaccinazioni, sia perché si crede falsamente che, in questa società del benessere, siamo immuni dalle malattie infettive e nello stesso tempo si ha la convinzione che non siano così importanti. Ma sappiamo che non è così: basta pensare che si registrano casi di decesso per morbillo e malattie invalidanti permanenti secondarie ad infezioni come parotite, pertosse, meningiti, ecc.. Se poi, come è ampiamente dimostrato, infezioni anche banali da papilloma virus possono determinare neoplasie a carico delle vie genitali, il quadro è piuttosto chiaro.
Ma si stanno manifestando anche problemi relativi alla progressiva riduzione dei presidi territoriali deputati alla vaccinazione, come i Dipartimenti di Prevenzione, per non parlare della carenza di medici di medicina generale e di pediatri in molti comuni lucani.
Ma come favorire l’aumento delle coperture vaccinali e degli screening precoci?
E’ necessario un approccio multisettoriale e integrato per rafforzare la prevenzione dell’HPV, sottolineando in particolare l’importanza di garantire: 1)un miglior coordinamento tra Operatori sanitari, Istituzioni e Scuole; 2) una più efficace attività di recupero dei non vaccinati; 3) politiche di integrazione tra campagne di vaccinazione e campagne di screening; 4) una comunicazione chiara, coerente e basata sulle evidenze;5)un maggiore coinvolgimento della società civile e delle agenzie educative.
Ed è ovvio che, soprattutto per quanto riguarda le coperture vaccinali, è nell’assistenza sanitaria territoriale che si devono cercare e trovare le giuste e più appropriate risposte; è nel Distretto Socio Sanitario e nelle Case di Comunità che occorre potenziare le Reti Vaccinali Locali.
Pianificazione delle modalità di offerta delle vaccinazioni in base alla popolazione target ( per gli adolescenti è fondamentale aprire i servizi vaccinali di pomeriggio), promozione della cultura vaccinale, protocolli e accordi di collaborazione tra il Dipartimento di Prevenzione (con compiti di coordinamento), il Distretto, la Case di Comunità, i Medici di Medicina Generale, gli Specialisti ambulatoriali, i Pediatri di Libera Scelta sono alcune delle azioni che devono essere implementate per garantire un facile accesso alle vaccinazioni.
Ma per ottenere tali risultati, occorre intervenire potenziando le reti territoriali di assistenza, attraverso investimenti nelle risorse umane, nelle infrastrutture e nelle tecnologie digitali.
Ma tocca anche a noi, come cittadini e genitori, favorire l’adesione alle vaccinazioni aderendo ad un nuovo approccio culturale alla pratica vaccinale che costituisce una delle misure preventive più efficaci, con un valore non solo sanitario, ma socio economico assai rilevante, richiamandoci a scelte consapevoli e corrette nel nostro stesso interesse.
L’eliminazione del tumore della cervice uterina e delle altre neoplasie HPV correlate non è una sfida astratta, ma un obiettivo concreto e raggiungibile. Le esperienze internazionali lo dimostrano: dove si vaccina molto e si offre uno screening di qualità, l’incidenza della malattia crolla rapidamente.
Ripeto: è importante incrementare la vaccinazione di ragazze e ragazzi, anche attraverso la chiamata attiva e il recupero in tempi brevi dei soggetti non vaccinati, e favorire la piena integrazione tra prevenzione primaria e secondaria attraverso il coinvolgimento attivo di tutti gli attori del sistema. Proteggere oggi significa salvare vite domani.

