Balvano è il paese simbolo della devastazione del terremoto del 23 novembre 1980. Oggi, come ogni anno, la comunità si ferma per ricordare le vittime di quella tragica notte. La giornata di commemorazione inizia con una messa solenne nella chiesa ricostruita di Santa...
La vera Lara Croft è lei, Isabella Marchetta (a sinistra nella foto), giovane archeologa materana specialista nella Tardantichità e Medioevo. La sua passione per l’archeologia, che l’accompagna da sempre, è raccontata in “Quando Lara Croft arrossì. L’ordinarietà straordinaria di un’archeologa” (Altrimedia edizioni), un volume che in dieci episodi – tutti ricchi di storia e di storie, costruiti sulle esperienze dirette dell’autrice, flash di vita vissuta tra scavi, cantieri e amici/colleghi sparsi per l’Italia – racconta in modo inconsueto l’archeologia dei nostri tempi. Non è un trattato per gli addetti ai lavori ma un libro in cui la routine dell’archeologo è descritta da aneddoti e racconti che la rendono familiare e permettono di superare riserve e preconcetti su una professione non semplice ma piena di fascino.
Lo stile della Marchetta è semplice e diretto, l’ironia è il tratto distintivo di alcune pagine: una lettura accattivante per sfatare il mito dell’archeologia intesa come disciplina ostica.
“Quando Lara Croft arrossì” è stato presentato nel pomeriggio a Matera nella Sala Carlo Levi di Palazzo Lanfranchi alla presenza della direttrice del Polo Museale Regionale della Basilicata Marta Ragozzino, del funzionario MiBACT Annamaria Patrone e del’editore Vito Epifania. La giornalista Beatrice Volpe ha dialogato con l’autrice.
Il libro, che contiene illustrazioni di Silvio Lorusso, ha il carattere dell’interazione attiva con il lettore, per empatia e curiosità, ma anche per un curato apparato di oltre 50 note esplicative, 23 approfondimenti a tema e un ricco corredo di rimandi al web attraverso numerosi QR-code. Il volume inaugura la nuova collana di Altrimedia dal titolo ArcheocomunicAzione ideata e curata da Isabella Marchetta.
Archeologo da cantiere, l’autrice ha nella Basilicata e nel Molise i suoi ambiti territoriali privilegiati di lavoro, non mancando però esperienze anche in Campania e Calabria. Collabora attivamente anche con strutture museali finalizzando la sua attività allo studio dei reperti da scavo e alle fasi di allestimento delle sedi museali. Iscritta a numerose associazioni con interessi diversi: in difesa dell’ambiente, della letteratura minuta, dell’Archeologia Medievale. “Quando Lara Croft arrossì” è il suo primo libro. Ha pubblicato, infatti, articoli scientifici in ambito archeologico, ma la sua passione è stata sempre giocare con le parole nella vita quotidiana. Due voci del suo linguaggio perpetuo: empatia e serendipità. Del suo senso della vita direbbe così: «Ha un senso il mare, il sole, i libri, le persone umane, l’amorevolezza, la cura, le ciliege! Ha senso ridere, piangere, ma più di tutto sorridere. Ha un sottovalutato senso la poesia che è nelle cose, e pure i colori e le sfumature, l’odore, il suono. “Più di tutto vale la penna: ti fa scrivere o volare, comunque ti porta in alto”».