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Riceviamo e pubblichiamo le dichiarazioni del sindaco di Matera Domenico Bennardi per il decennale della proclamazione di Matera a Capitale europea della Cultura:
«Sono trascorsi dieci lunghi anni dalla nomina di Matera a Capitale europea della cultura. Dobbiamo ringraziare tutti coloro i quali hanno permesso questo lungo cammino, iniziato molto prima del 2019. Ringrazio la Fondazione Matera Basilicata 2019 e tutti coloro che si sono avvicendati in essa, enti e Amministrazioni comunali precedenti. Negli anni Matera, grazie a questo riconoscimento, ha ricevuto notorietà e visibilità importantissime, unite al prestigioso riconoscimento nel patrimonio Unesco del 1993. Grazie a questi riconoscimenti, come ho potuto constatare personalmente, Matera è stimata sul piano culturale a livello europeo, nel Mediterraneo e nel mondo. Uno dei più importanti benefici di questa nomina, sta proprio nella possibilità di relazionarci con altre Capitali italiane ed europee della cultura e con altre città patrimonio Unesco nel mondo. Ogni volta che ho siglato personalmente Patti di amicizia e accordi di cooperazione internazionale, l’ultimo è quello di Alula, ma ricordo ancora prima Oulu in Finlandia, questi titoli sono stati apripista per collaborazioni sul piano della cooperazione internazionale strategica, scambiando ad esempio progettualità con altri atenei e attività produttive o culturali, favorendo quella circolarità di saperi e competenze che ci ha permesso di restare protagonisti a livello internazionale con scambi commerciali, economici, sociali e culturali. Quindi, una delle più grandi eredità del 2019 è proprio questa grande facilitazione nei progetti di cooperazione internazionale; una sorta di corsia preferenziale, insomma, che dobbiamo ancora sfruttare al massimo, ecco perché insistiamo con alcune missioni strategiche. Dobbiamo lavorare perché questo brand sia punto di riferimento per il futuro. Un’altra eredità è legata a quella partecipazione volontaria di tanti materani, i quali hanno preso parte al cammino preparatorio e poi sono rimasti nell’associazione “Open culture”, che ormai rappresenta una risorsa inesauribile per la nostra città ancora oggi in termini di presenza e attività culturale. Dobbiamo far leva su questa passione volontaria e consapevolezza collettiva, per guardare al futuro. Oggi per me il futuro è quello di candidare Matera a Capitale culturale del Mediterraneo e Capitale europea del volontariato nel 2029, perché possiamo mettere a valore questa passione come emblema di nuovo umanesimo, legato al prendersi cura delle cose belle e del prossimo. E’ un Dna profondo, nato dal mutuo soccorso nei Sassi, che spazia fino al mondo della cooperazione e del Terzo settore; un percorso entusiasmante che Matera può guardare con grande interesse, per mettere a frutto ciò che abbiamo vissuto al di là del legittimo e orgoglioso ricordo commemorativo».
E’ stato tra i pionieri e promotori della candidatura di Matera a Capitale europea della cultura 2019, era sul palco con gli amici dell’associazione “Matera 2019” quel fatidico 17 ottobre 2014 quando arrivò la notizia e il bagno di folla. Oggi Francesco Salvatore è assessore al Turismo del Comune di Matera, e in questa duplice veste ricorda quel giorno e ciò che ha lasciato in eredità. «Dieci anni da uno dei giorni più importanti nella storia della città di Matera -commenta Salvatore- insieme all’iscrizione nelle liste Unesco per il patrimonio mondiale dell’Umanità e ai giorni dello spopolamento dei Sassi per la riqualificazione. La designazione a Capitale europea della cultura, ha segnato un traguardo di civiltà e un momento in cui Matera si è fatta capitale del sud d’Italia, d’Europa e del mondo, dimostrando che storia, cultura, tradizioni, accoglienza e integrazione sono valori che possono far crescere le comunità. In questo arco di tempo, nonostante gli inciampi che la storia ci ha voluto consegnare, Matera ha dimostrato di saper crescere cogliendo le opportunità di valorizzazione. Alla base dei risultati ottenuti, c’è sicuramente un sistema turistico fatto di collaborazione e condivisione da parte di tutti i portatori di interesse, in primo luogo gli operatori, i quali hanno saputo dimostrare capacità di adattamento alle nuove esigenze dei cittadini temporanei che hanno affollato Matera. Questa giornata è un ulteriore traguardo, preludio di nuovi obiettivi. E’ il momento di fare squadra, coinvolgendo l’intera provincia materana e l’intera regione, tutti gli enti pubblici interessati, perché bisogna consolidare le basi di quanto costruito e rilanciare la programmazione per i prossimi dieci anni, anche attraverso collaborazioni di professionisti del settore che oggi guardano alla città dei Sassi come un punto di riferimento nazionale e internazionale del sistema turistico.
“Rafforzare il sistema culturale regionale e favorire, in maniera collaborativa, la crescita del nostro territorio e delle nostre comunità”: sono questi gli obiettivi che il governo regionale intende perseguire. Intervenendo oggi a Matera, nel corso della tavola rotonda dal titolo “Matera, 10 anni di Capitale”, promossa dalla Fondazione Matera-Basilicata 2019 a dieci anni dalla designazione di Matera a capitale europea della cultura per il 2019, il presidente della Regione Vito Bardi ha inteso illustrare “le direttrici di una politica per la cultura” che il governo regionale vuole delineare “per capitalizzare quella esperienza e rilanciare quel ruolo propulsivo della città di Matera, un obiettivo strategico della Regione già enunciato nel Piano strategico regionale, che costituisce uno dei cardini della strategia del nuovo Piano su cui, a breve, ci confronteremo in tutte le sedi”. “In questa prospettiva – ha aggiunto il presidente – sono chiamate ad agire tutte le organizzazioni che si occupano di cultura, di promozione, di audiovisivo, di turismo, a partire dalla Fondazione Matera Basilicata 2019. Un organismo a cui dedicheremo rinnovata cura anche ipotizzando evoluzioni organizzative e formali”.
“I dieci anni trascorsi dalla proclamazione di Matera Capitale europea della cultura – ha scritto in un messaggio il ministro per la Cultura Alessandro Giuli – ci offrono vari insegnamenti. Innanzitutto, ci ricordano che l’Italia possiede il più grande patrimonio culturale del mondo. Si tratta di un patrimonio storico, artistico, monumentale e paesaggistico sostanziato da migliaia di siti tra musei, gallerie, chiese, parchi archeologici, complessi monumentali e dimore storiche. La sua diffusione sul territorio è capillare e innerva quella stratificazione di memorie e simboli che nei secoli hanno formato il genius loci italiano. Il nostro Governo ne è ben consapevole e per questo ha investito e continuerà a investire in politiche culturali che nell’interesse delle future generazioni tutelino e valorizzino il patrimonio storico-artistico e naturale nazionale, trasformando tutti i luoghi di cultura in itinerari sociali vivi, capaci di valorizzare il territorio, di rendere
comunicante ciò che è isolato, di espandersi dal centro alle periferie e, anzi, di trasformare le periferie in centri pulsanti di cultura, imprese e servizi”.
La manifestazione si è aperta con la proiezione di un video che ritrae i festeggiamenti della folla in piazza San Giovanni nel momento della proclamazione, il 17 ottobre 2014. “Guardando quelle immagini – ha detto Bardi – non vedo come oggi possa esserci chi pensa a Matera fuori dalla Basilicata”.
A parere del presidente della Regione “non vanno minimizzate le azioni poste in essere in questi ultimi anni con il sostegno crescente che la Regione ha offerto al settore culturale incrementando sensibilmente le risorse destinate alle diverse espressioni della cultura. Siamo ben consapevoli dell’importanza della cultura, del potere della cultura per la coesione sociale e il benessere, della capacità che la cultura ha di mostrare il genio di una comunità ma anche la sua intelligenza e la sua straordinaria umanità, come ricordò David Sassoli nel suo discorso alla cerimonia di chiusura dell’anno di Matera Capitale. Questa consapevolezza appartiene a tutti, al di là delle appartenenze politiche. Grazie alla cultura possiamo tornare a sognare e desiderare, possiamo immaginare un futuro, affrontare le sfide del nostro tempo, riattivare energie sopite, valorizzare quanto di vivo e propositivo emerge nella nostra società per rivitalizzare le nostre città, rigenerare i nostri borghi, ampliare l’offerta delle nostre coste, valorizzare i nostri giacimenti culturali e conseguentemente la reputazione e l’attrattività di territori e comunità”.
“L’esperienza fatta – ha detto il presidente Bardi – ci impone di fare passi in avanti, di delineare una strategia più avanzata, concreta, focalizzata su di un compito da darci per tradurre le due parole chiave innovazione e creatività quali cardini dell’impegno dei prossimi mesi ed anni. Consolidare e rilanciare l’esperienza di Matera Capitale Europea della Cultura significa candidare Matera e la Basilicata a luogo di produzione della cultura prima ancora che di consumo. Una proposta innovativa che vuole posizionare Matera e il territorio lucano a laboratorio nazionale, alla creazione di un modello replicabile per tracciare la linea italiana dell’industria culturale e creativa. Un progetto frutto della capacità visionaria di Raffaello De Ruggeri, fatta propria dal governo regionale, che ha intravisto nella opportunità della ZES l’ambito in cui incardinare una ZES Cultura. Un disegno che vede pienamente coinvolti anche gli strumenti di programmazione regionale al fine di realizzare un disegno volto ad incentivare e rendere luogo di elezione innanzitutto Matera per le 5 industrie culturali e creative, quelle che hanno come oggetto l’ideazione, produzione, promozione, conservazione, ricerca, valorizzazione e gestione di beni, attività e prodotti culturali”.
“Le altre parole chiave – ha aggiunto ancora Bardi – sono valorizzazione e rivitalizzazione con riferimento alla nostra eredità culturale materiale e immateriale. Valorizzazione del patrimonio e rivitalizzazione dei luoghi della cultura sono infatti le traiettorie che seguiremo in coerenza con le politiche pubbliche declinate su più livelli, con interventi di protezione e recupero strutturale, architettonico, energetico, digitale e riuso adattivo del patrimonio culturale da concepire in una nuova ottica di inclusione e innovazione sociale. È sempre più forte ed avvertita infatti la correlazione della partecipazione culturale con la qualità della vita in tutte le età. Un approccio questo che è parte integrante dell’Accordo Quadro delle Politiche di Coesione 21-27 dove coesione e benessere costituiscono le altre due parole chiave”.
“Il brand Basilicata Cultura, quale proiezione e prosecuzione del binomio Matera – Cultura, si costruisce con i fatti, dando seguito e piena attuazione – ha concluso Bardi – a quel complesso di iniziative sin qui enunciate. Ma soprattutto sarà il frutto dalla capacità che il sistema regionale pubblico e privato sarà in grado di esprimere. Non mancano fermenti e desiderio di protagonismo, ne abbiamo avuto già prova nel recente passato con le candidature lucane nell’ambito della competizione per la Capitale italiana della Cultura e con quella attuale di Aliano a Capitale Italiana della Cultura per il 2027, che evidentemente sosterremo, ma anche con le partecipazioni alle competizioni legate all’arte contemporanea e alle celebrazioni nazionali o ad altri eventi ed iniziative su specifiche aree tematiche come i giovani a Potenza o il volontariato a Matera. Tutte iniziative nate sulla scia e l’esempio di Matera. Tutto questo lavoro si avvale di una conclusiva parola chiave: lavorare insieme. E lavorare insieme vuol dire co-programmare, co-progettare. Con questo intento daremo vita, a breve, ad un Forum della cultura, che partirà da Matera per poi avere altre tappe in regione, con l’obiettivo di condividere il percorso più adatto in grado di attivare un’azione culturale socialmente e culturalmente sostenibile”.