Vedendo la TV e leggendo i giornali mi sono chiesto: “Ma è normale essere sposati da 43 anni?” Sì, essere sposati da 43 anni non solo è assolutamente normale, ma può essere considerato anche un segno molto positivo di stabilità, impegno e crescita condivisa. Ogni...
“È una ouverture, la vita, che non attende il sipario / per istruire le sue riverenze / con le quali foggia la poesia dalle ombre / e la bellezza del vento dai muscoli / quando sono tesi / al cielo in un respiro.”
Sono i versi di Ouverture in La maggiore per un corvo bianco (dedicata a Rudolf Nureyev), la silloge di apertura di Della stessa sostanza dei padri (Le Mezzelane Casa Editrice) poesie che Davide Rocco Colacrai, dopo Istantanee di donna, raccolta tutta al femminile, ha declinato al maschile. Nureyev, Pedro Lemebel solo per citarne alcuni, ma anche tanta gente comune diventano fonte d’ispirazione per Colacrai. Le sue poesie sono taglienti, profonde, evocative. Cercano di abbracciare chi vive ai margini, ad esempio per problemi psicologici (bellissima La coniugazione dei respiri dedicata a Marcélo, amico con la Sindrome di Asperger; questo l’incipit: “Ha il tempo verticale, Marcélo, che lo fa inciampare come una stella [cometa, / al suo tempo corrispondono le parole / quando si affollano in quel punto, di pochi cirri e molto azzurro, / che, come un grembo, partorisce un pensiero / e ne definisce l’estensione all’esterno / secondo una misura precisa / che, nel suo cuore al millimetro, ricalca / l’istante del colibrì / quando si abbevera alla lacrima di una rosa”).
Maria Grazia Beltrami, capo editor Le Mezzelane Casa Editrice, afferma: “Civile è la poesia di Davide Rocco Colacrai, uno dei pochi poeti contemporanei la cui voce risuona come un diapason dentro la mia anima. La sua poesia è un “la” puro, preciso, perfettamente intonato. Versi che escono da una penna elegante, che incastona persone, avvenimenti, sensazioni, istituzioni, osservazioni in frasi nelle quali ogni parola è al suo giusto posto, ha il suo giusto peso.
Della stessa sostanza dei padri è la terza silloge di Davide sulla quale lavoro – lavoro, termine inadeguato per quello che è un autentico piacere: di lettura, di confronto intellettuale, di riflessione.”
Giurista e Criminologo, Davide Rocco Colacrai è attivo come poeta dal 2008. Per la sua opera ha ricevuto numerosi riconoscimenti, molti dei quali internazionali ed europei. Tra gli ultimi: la medaglia di bronzo al merito al 43° Trofeo Internazionale “Medusa Aurea” organizzato dall’AIAM (Accademia di Arte Moderna di Roma) dopo aver vinto l’oro per due anni consecutivi; il Premio Internazionale “Massa Città Fiabesca di Mare e Marmo” per la seconda volta non consecutiva e il Premio come “Poeta dell’Anno” all’ultima edizione dell’omonimo Premio Internazionale. È autore di otto libri, che ama presentare sotto forma di spettacoli di “poesia in teatro” per i quali ha ricevuto il Premio “Affabula – Città di Fucecchio”. Hanno scritto di lui Alfredo Rienzi, Carmelo Consoli, Livia de Pietro, Armando Saveriano, Italo Bonassi, Flavio Nimpo, Mauro Montacchiesi, Gordiano Lupi, Alfredo Pasolini, Massimo Pasqualone, Anna Manna, e molti altri. Nel tempo libero, insegna matematica, studia recitazione, è autore radiofonico per whiteradio.it, colleziona 45 giri da tutto il mondo (ne possiede oltre duemila), è appassionato di storia moderna, ama leggere, praticare sport all’aria aperta con il suo cane Mitty e viaggiare. Per Le Mezzelane Casa Editrice ha pubblicato le sillogi “Istantanee donna” (2017) e “Asintoti e altre storie in grammi” (2019).
Rossella Montemurro