sabato, 6 Dicembre 2025

Vent’anni di attività del Centro Gala-Don Gnocchi

Si è svolta questa mattina, presso la Sala Ottagonale della Tenuta Gala di Acerenza, la celebrazione dei vent’anni di attività del Centro di Riabilitazione “Don Michele Gala – Don Gnocchi”, una delle strutture di riferimento della Fondazione Don Gnocchi in Basilicata....

L’8 dicembre, in Italia, è una data che segna l’inizio ufficiale del clima natalizio: le città si illuminano, le famiglie decorano l’albero e nelle scuole si respira un’aria di attesa. Ma al di là degli aspetti più visibili, questa giornata porta con sé un significato religioso profondo che spesso sfugge ai più giovani. È la festa dell’Immacolata Concezione, una delle ricorrenze più importanti della tradizione cattolica. Eppure, per molti ragazzi, resta un concetto astratto, difficile da afferrare e spesso confuso con la nascita di Gesù.

Come spiegare allora, in modo chiaro e rispettoso, cosa si celebra realmente l’8 dicembre?

La prima cosa da chiarire ai ragazzi è che l’Immacolata Concezione non riguarda il modo in cui Maria ha avuto Gesù, ma riguarda Maria stessa. Secondo la dottrina cattolica, Maria è stata concepita senza peccato originale: un privilegio unico, che la Chiesa interpreta come una preparazione speciale in vista del suo ruolo di madre di Gesù.

È un punto fondamentale, perché molti – non solo i più giovani – confondono questa festa con il concepimento verginale di Gesù. In realtà, i due eventi appartengono a momenti diversi e raccontano storie diverse.

La dottrina dell’Immacolata Concezione è stata formalmente proclamata nel 1854 da Papa Pio IX, ma ha radici molto più antiche. Nel corso dei secoli, la figura di Maria è stata oggetto di profonda riflessione: per i cristiani, doveva essere una persona totalmente libera dal peccato perché destinata ad accogliere il Figlio di Dio.

Spiegare questo ai ragazzi significa affrontare il concetto di “peccato originale” come condizione simbolica della fragilità umana. Maria, nella visione cattolica, viene preservata fin dal primo istante della sua vita: un gesto di grazia, non una scelta personale.

Al di là della dimensione teologica, l’Immacolata offre anche un’occasione per riflettere sul ruolo di Maria come figura femminile. Spesso percepita come distante o idealizzata, la madre di Gesù può invece essere raccontata come una giovane donna coraggiosa, chiamata a prendere decisioni difficili e a fidarsi di un progetto più grande di lei.

Molti educatori sottolineano come questo aspetto possa avvicinare i ragazzi: l’idea di una persona libera, capace di dire un “sì” consapevole, che accetta la propria missione e diventa simbolo di forza e autenticità.

La festa dell’Immacolata, al di là del significato religioso, è diventata anche un momento culturale. In molte città italiane dà il via ufficiale al Natale: si accendono le luci, si inaugurano i mercatini, le famiglie si riuniscono. Per questo, parlare dell’Immacolata ai ragazzi significa anche aiutarli a comprendere le radici delle tradizioni che vivono ogni anno, spesso senza conoscerne davvero l’origine.

In un contesto multiculturale sempre più ricco, spiegare il senso dell’8 dicembre diventa un gesto di educazione civica oltre che religiosa: un modo per conoscere la cultura del Paese e dialogare con chi appartiene a fedi diverse.

“L’Immacolata Concezione è la festa in cui la Chiesa ricorda che Maria è nata senza peccato originale. Non è il giorno in cui Gesù viene concepito, ma il giorno in cui si celebra la purezza speciale con cui Maria è entrata nel mondo.”

Metafore semplici – come l’immagine del “foglio bianco che non è mai stato macchiato” – possono aiutare i più giovani a visualizzare un concetto altrimenti difficile.

L’Immacolata Concezione è, in fondo, un ponte verso il Natale. Ricordare la nascita senza peccato di Maria significa prepararsi alla storia che porterà, poche settimane dopo, alla nascita di Gesù. Per questo l’8 dicembre non è solo una pausa scolastica o l’occasione per fare il presepe: è il primo capitolo del racconto natalizio.

E forse è proprio questo il modo migliore per spiegarlo ai ragazzi: non come un dogma complicato, ma come una pagina importante di una storia più grande, che da secoli accompagna la nostra cultura e il nostro modo di celebrare la vita.

Nicola Incampo

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