venerdì, 5 Dicembre 2025

Vent’anni di attività del Centro Gala-Don Gnocchi

Si è svolta questa mattina, presso la Sala Ottagonale della Tenuta Gala di Acerenza, la celebrazione dei vent’anni di attività del Centro di Riabilitazione “Don Michele Gala – Don Gnocchi”, una delle strutture di riferimento della Fondazione Don Gnocchi in Basilicata....

Una domanda che può cogliere impreparati anche gli adulti più sensibili ed empatici. È ciò che è accaduto recentemente a una docente, che ha ricevuto una telefonata da una collega: “Come posso parlare del dolore ai miei alunni?”

La risposta, nata da un’esperienza concreta e da un profondo senso educativo, si è trasformata in una riflessione articolata su come affrontare con delicatezza ma anche con chiarezza un tema tanto complesso quanto inevitabile.

Ecco dieci suggerimenti per aiutare bambini e adolescenti a comprendere e gestire il dolore, nelle sue varie forme.

1. Usare un linguaggio semplice

Ogni età ha il suo modo di comprendere il mondo. Per questo è fondamentale adattare il linguaggio, scegliendo parole accessibili e immagini concrete. Un bambino delle elementari ha bisogno di esempi semplici e diretti, un adolescente può affrontare riflessioni più astratte, ma sempre con un linguaggio chiaro.

2. Essere onesti

Il dolore fa parte della vita. Negarlo o edulcorarlo non aiuta. Spiegare che non sempre è possibile evitarlo, ma che si può imparare a gestirlo, offre ai ragazzi una base realistica e rassicurante su cui costruire il proprio rapporto con le emozioni.

3. Usare esempi concreti

“Quando ti sbucci il ginocchio, senti dolore fisico. Ma anche le emozioni possono far male, come quando ti manca un amico.”

Questo tipo di analogia aiuta i ragazzi a visualizzare ciò che sentono e a dare un nome alle proprie emozioni.

4. Parlare delle diverse forme di dolore

Non esiste solo il dolore fisico. C’è anche quello emotivo e psicologico. Un lutto, una separazione, una delusione: tutte queste esperienze possono causare sofferenza, e i ragazzi hanno il diritto di sapere che è normale provare dolore in situazioni del genere.

5. Insegnare strategie di gestione

È importante offrire strumenti pratici: parlare con un adulto di fiducia, scrivere un diario, disegnare, muoversi, respirare profondamente. Tecniche semplici, ma preziose, per imparare a non sentirsi sopraffatti.

6. Ascoltare davvero

Spesso i ragazzi pongono domande difficili, o non riescono a esprimere ciò che sentono. Creare uno spazio sicuro per parlare, senza giudizio, è uno dei regali più grandi che un adulto può fare. Le risposte devono essere sincere e calibrate con sensibilità.

7. Coltivare l’empatia

Comprendere il dolore degli altri è il primo passo per diventare cittadini consapevoli e adulti solidali. Insegnare ai ragazzi a essere gentili, a mettersi nei panni altrui, aiuta anche a ridurre il proprio dolore.

8. Normalizzare le emozioni

Sentirsi tristi, arrabbiati, confusi: tutto questo è normale. Far sapere ai ragazzi che ogni emozione ha il diritto di esistere è fondamentale per evitare sensi di colpa o vergogna legati alla sofferenza.

9. Offrire esempi positivi

Raccontare storie vere – o anche tratte da libri e film – di persone che hanno affrontato il dolore e ne sono uscite rafforzate è un modo efficace per trasmettere speranza e resilienza.

10. Promuovere il supporto reciproco

Infine, è essenziale spiegare che chiedere aiuto non è un segno di debolezza, ma di forza. E che anche loro possono essere fonte di conforto per chi sta soffrendo.

Parlare del dolore non è mai facile, ma è necessario. Educare i ragazzi a riconoscere e accogliere la sofferenza – propria e altrui – è un atto di cura e di responsabilità.

Con le giuste parole e la giusta attenzione, possiamo aiutarli a crescere più forti, più consapevoli e, soprattutto, più umani.

Nicola Incampo

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