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Valerio Vecchi, autore e conduttore tv, torna sul panorama editoriale dal 20 dicembre con il suo terzo libro dal titolo “Come la cerva anela ai corsi d’acqua” per Amazon Indipendent Publishing, disponibile anche in versione kindle.
Dopo le opere letterarie “La spettacolare storia di Ebenizer” (2018) e “Il sorriso degli elefanti (2021), Vecchi si propone ora con un libro incentrato sulle relazioni e la Chiesa, affidando la prefazione a don Cesare Silva, parroco del Duomo di Vigevano, e il contributo finale a chiusura del volume alla scrittrice e giornalista Isa Grassano, che collabora con diverse testate nazionali.
Pietro Torre è un bibliotecario prossimo alla pensione. Abitudinario, semplice e rispettoso, svolge la sua mansione con amore e dedizione, pensando come cambierà la sua vita quando non lavorerà più con i suoi libri. Durante un temporale estivo, entra una donna con abiti che la rendono irriconoscibile in volto e lascia un volume in dono per la biblioteca, in realtà un’opera inedita. Pietro, leggendolo, si accorgerà che la sua vita è legata inspiegabilmente a quello scritto, più di quanto lui stesso possa credere. Inizia così un viaggio introspettivo, fatto di riflessioni sull’esistenza e soprattutto sulla fede, ripercorrendo anche i momenti della sua vocazione e rispolverando i dialoghi – attraverso i ricordi – con il suo amico sacerdote. Quella donna è anche una dolce scoperta che riaffiora dal suo passato e tutto ciò che circonda il bibliotecario diventa, così, un meraviglioso tessuto relazionale, che sviscera in profondità un ventaglio di sensazioni ed emozioni desiderose di essere come una “cerva che anela ai corsi d’acqua”.
“Questo libro vuole essere strumento di riflessione su due principali tematiche: la diffusione della cultura e le vocazioni – ha spiegato lo scrittore trentenne lomellino.
Unire questi due temi non è stato facile. Il primo è stato spiegato per mezzo della metafora del protagonista che, prossimo al pensionamento, si dice preoccupato del futuro delle biblioteche. Ambientato tra vent’anni, considerando il calo di utenza e attrattività, nutro delle perplessità sul fatto che le biblioteche potranno avere ancora personale, a causa anche dei processi automatizzati e delle nuove diffusioni digitali.
Il secondo tema, quello delle vocazioni, vede sempre più seminari svuotarsi e la Chiesa fatica ad avviare nuove generazioni al volontariato in Parrocchia. Questi due aspetti li ho voluti fondere in un viaggio introspettivo del protagonista, Pietro Torre.
Inevitabile interpretare tra le righe il profondo attaccamento con un sacerdote, don Stefano Cerri, che è stato per me maestro di vita e con il quale questo libro è stato inizialmente condiviso, specie nelle parti in cui venivano sviscerate problematiche legate al tempo presente della Chiesa.
Grazie all’esperienza in parrocchia, nella quale sono volontario, ho imparato tante cose indirettamente, osservando i tempi e le dinamiche che i tempi liturgici impongono. Credo sia una vera e propria scuola di vita. Non a caso, il titolo del libro si trova in un Salmo. L’idea è pensare che nuove generazioni possano riscoprire quei valori che si sono assopiti con il tempo, primo fra tutti il rispetto e sapere far parte di un gruppo: sono questi i due insegnamenti fondamentali che la Chiesa mi ha trasmesso”.
“Valerio ha consegnato a queste carte un vissuto che si fa invenzione – si legge nella prefazione di Don Cesare Silva. Vi prego di leggerle a sorsi, come si gusta un vino pregiato e poi chiudere gli occhi e pensare, ripensare, immaginare, sognare, immedesimarsi. Ciascuno di noi potrà così trovarsi in un viaggio interiore”.
“Queste pagine – scrive nella postfazione Isa Grassano – diventano dono, perché parola dopo parola ci si ritrova in un gioco di rimandi tra le nostre vite e quella dei protagonisti (e ovviamente dell’autore). Un volume che racchiude il senso dell’amore, degli incontri che ci segnano, ci danno energia e ci proteggono. E poi il cielo a cui guardare con animo speranzoso e continuare a credere. Dell’autore si apprezza anche la sua voglia di aprirsi e raccontarsi, senza vergogna. E il passaggio all’agorafobia di cui ha sofferto, a quella paura che scattava forte sui palchi e negli studi televisivi, in qualche modo lancia un messaggio di forza per chi, come lui, teme il contatto con gli altri”.
Quest’opera è un invito a riflettere, magari per migliorare la società, scritta senza ridondanze e sbavature per allontanarsi dal “mercato convenzionale” e “sicuro”. È un libro che si capisce o non si capisce, non c’è mezza misura, a sé stante rispetto ai primi due volumi e che segna un nuovo inizio sia personale per l’autore, sia nella sua composizione stilistica, definita da alcuni addetti ai lavori più matura.
VALERIO VECCHI
Valerio Vecchi, 30enne lomellino, ha una carriera ricca e variegata nel teatro, televisione, scrittura e volontariato. Debutta nel 2011 con una compagnia teatrale dialettale e scrive numerosi spettacoli originali che riscuotono successo nella provincia di Pavia fino al 2016. Nel 2017 si classifica quinto all’Ariston Comic Selfie e sviluppa format musicali come Lomellina in…Canta.
In televisione esordisce nel 2016 con L’Almanacco su TelePavia e prosegue con programmi come La Radio a Colori, fino a raggiungere un pubblico nazionale prima con Voci da raccontare e dal 2024 con Voci d’Italia su Canale Europa TV. Pubblica tre libri, La spettacolare storia di Ebenizer (2018) e Il sorriso degli elefanti (2021), Come la cerva anela ai corsi d’acqua (2024). Attualmente collabora anche con il settimanale La Lomellina.
Nel volontariato, presiede commissioni culturali e promuove iniziative benefiche, quali il progetto “Un libro x amico” per sostenere centri diurni per disabili.
Valerio unisce arte, cultura e impegno sociale, ottenendo consensi a livello locale e nazionale, ed è proprio dalla “gavetta” della parrocchia che nascono ben più ambiziosi progetti, la voglia di vivere ogni giorno il mondo dello spettacolo, di esserne parte integrante. www.valeriovecchi.it