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In data odierna, i Carabinieri della Compagnia di Policoro, a conclusione di indagini coordinate dalla Direzione Distrettuale Antimafia di Potenza, hanno dato esecuzione ad un decreto di fermo di indiziato di delitto, emesso nei confronti di un indagato, ritenuto gravemente indiziato di un tentativo di estorsione — connesso ad grave atto intimidatorio – avvenuto il 26 gennaio u.s., nei confronti di un locale professionista, il notaio Massimo Plasmati, con studio nel comune di Policoro.
Il destinatario del provvedimento è D.G., nato a Policoro (Matera) nel 1971. Il fermo è stato eseguito nel comune di Policoro (Matera) dove l’uomo ha il domicilio.
Le indagini, svolte dalla Compagnia Carabinieri di Policoro, e coordinate dalla DDA di Potenza, sono state condotte attraverso investigazioni tradizionali, escussione di testimoni, intercettazioni ed hanno portato, in tempi rapidi, ad individuare l’autore della tentata estorsione nei confronti del notaio con studio a Policoro (Matera).
Il fatto contestato, per le sue modalità ha suscitato particolare e giustificato allarme in quanto l’azione è stata commessa attraverso un attacco armato, eseguito da D.G. presso lo Studio notarile in questione, che veniva raggiunto da una gragnuola di colpi d’arma da fuoco che attingevano prima la porta dello studio, poi l’insegna con lo stemma della Repubblica ivi presente e infine lo stesso stabile in diverse parti, seminando terrore – la zona dove è avvenuto l’episodio, alle 21 di un sabato, era particolarmente frequentata dalla popolazione locale, come luogo d’incontro, transito e svago essendoci anche bar aperti.
Le attività hanno consentito di chiarire anche il movente alla base del gesto criminale: il notaio avrebbe osato acquistare ad un’asta giudiziaria una villa sita in Tursi, località Pane e Vino, che era di proprietà della famiglia di D.G.
Questo affronto non veniva perdonato e l’indagato pretendeva una restituzione del bene alla propria famiglia, senza corrispondere al notaio Plasmati neanche il prezzo che costui aveva, a suo tempo, pagato per rilevare l’immobile all’asta giudiziaria.
I reati contestati all’indagato sono:
tentata estorsione e danneggiamento con l’aggravante del metodo mafioso (artt. 635, 56, 629 e 416-bis.l c.p.);
detenzione illegale e porto in luogo pubblico di armi comuni da sparo (artt. 12 e 14 Legge 497/1974);
Le investigazioni proseguono e sono suscettibili di ulteriori sviluppi ai fini della identificazione di eventuali complici.