giovedì, 28 Novembre 2024

A Matera il 30 la Giornata della Prevenzione Senologica e Ginecologica

La Fondazione Francesca Divella, in collaborazione con il Comune di Matera e l'associazione "Una stanza per un sorriso - Sostiene i pazienti oncologici", è lieta di annunciare la "Giornata della prevenzione senologica e ginecologica", un evento dedicato alla salute e...

Un giorno scrissi sulla lavagna la seguente domanda: “Perché ci chiamiamo cristiani?”

E invitai i ragazzi a scrivere le loro risposte.

Le risposte erano del tipo: “Per abitudine”, “Per convenienza sociale”, “Per sentimento” e solo uno rispose “Per fede”.

Approfittai per ascoltare l’alunno che commentò la sua risposta dicendo di essere cattolico al cento per cento.

Mi venne spontaneo chiedere perché era cattolico al cento per cento.

Mi rispose: “Perché la mia famiglia mi ha educato così, i miei genitori sono molto credenti”.

E’ sicuramente una buona risposta, ma non basta.

La fede è “credere in Colui che Dio ha mandato”, cioè in Gesù.

Ci siamo mai chiesti che cosa vuol dire credere?

Credere vuol dire maturare, nella preghiera e nell’aiuto di Dio, la convinzione profonda che Gesù è il figlio di Dio fatto uomo per salvarci: questo significa fidarci di Lui, amarlo con tutte le forze, diventare sempre più simili al modello evangelico che lui ci ha dato con la sua vita.

“Quando dunque la folla vide che Gesù non era più là e nemmeno i suoi discepoli, salì sulle barche e si diresse alla volta di Cafarnao alla ricerca di Gesù. Trovatolo di là dal mare, gli dissero: «Rabbì, quando sei venuto qua?»
Gesù rispose: «In verità, in verità vi dico, voi mi cercate non perché avete visto dei segni, ma perché avete mangiato di quei pani e vi siete saziati. Procuratevi non il cibo che perisce, ma quello che dura per la vita eterna, e che il Figlio dell’uomo vi darà. Perché su di lui il Padre, Dio, ha messo il suo sigillo».  Gli dissero allora: «Che cosa dobbiamo fare per compiere le opere di Dio?».  Gesù rispose: «Questa è l’opera di Dio: credere in colui che egli ha mandato».
Allora gli dissero: «Quale segno dunque tu fai perché vediamo e possiamo crederti? Quale opera compi? I nostri padri hanno mangiato la manna nel deserto, come sta scritto: Diede loro da mangiare un pane dal cielo».  Rispose loro Gesù: «In verità, in verità vi dico: non Mosè vi ha dato il pane dal cielo, ma il Padre mio vi dà il pane dal cielo, quello vero; il pane di Dio è colui che discende dal cielo e dà la vita al mondo».  Allora gli dissero: «Signore, dacci sempre questo pane».  Gesù rispose: «Io sono il pane della vita; chi viene a me non avrà più fame e chi crede in me non avrà più sete.”  (Cfr. Giovanni 6, 24-35)

La fede non è un pio sentimento o una conoscenza intellettuale, ma è adesione di tutta la vita ad una persona, Gesù Cristo.

Mai come in questo periodo di pandemia dobbiamo renderci conto che Gesù non è un libro, non è un codice morale, non è una legge e non è una dottrina: Gesù è una persona fisica, storica.

Il nostro unico problema, quindi, è innamorarci di Gesù.

Provate, voi che leggete, a rispondere alla domanda: “Tu sei veramente innamorato di Gesù?”

Cosa rispondereste?

Tenete presente che i santi sono persone mosse dalla passione per Cristo, a cui donano tutta la vita.

Il vero cristiano è il santo.

Anche noi siamo chiamati alla santità.

Nicola Incampo

Responsabile della CEB per l’IRC e per la pastorale scolastica

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