Un giorno scrissi alla lavagna “La saggezza”. Spiegare la saggezza ai giovani può sembrare una sfida, ma in realtà è un'opportunità preziosa per mostrare loro che il valore della vita non sta solo nell'accumulare informazioni, ma nel saperle usare nel modo giusto. La...
Inquinamento ambientale, falsità ideologica e smaltimento illecito di rifiuti: sono queste le accuse per i cinque indagati nell’inchiesta della Procura di Potenza, che venerdì mattina ha fatto eseguire il sequestro d’urgenza di tre vasche di raccolta delle acque di falda e della condotta di scarico dell’Itrec di Rotondella (Matera). I cinque indagati sarebbero i referenti dei procedimenti di controllo e smaltimento delle acque.
In pratica, acqua contaminata da sostanze chimiche proveniente da un impianto nucleare sarebbe stata sversata nel mar Jonio.
L’indagine, avviata lo scorso anno da parte della Procura di Matera, è poi passata per competenza alla Procura distrettuale del capoluogo lucano. Le indagini hanno avuto inizio a seguito di una segnalazione sullo stato di inquinamento ambientale nella falda acquifera sottostante l’impianto nucleare.
Le sostanze chimiche scoperte dagli investigatori nella falda acquifera sono state utilizzate per il trattamento delle barre di uranio: le acque così contaminate dovevano essere poi trattate prima di essere smaltite ma, secondo quanto emerso dalle indagini, sono state invece sversate nel mare così com’erano, contenente sostanze chimiche cancerogene, partendo dalla struttura, e attraversando alcuni chilometri che separano lo stabilimento dalla costa.
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