L’Azienda Sanitaria Locale di Matera rende noto che sono stati riscontrati alcuni casi di scabbia tra il personale sanitario dell’Ospedale Madonna delle Grazie di Matera. Fonte del contagio è stato, verosimilmente, un paziente ricoverato nei giorni scorsi nel...
L’8 novembre alle ore 16, nella sala conferenze del Polo bibliotecario di Potenza si terrà un incontro con Donatella Pacelli, professore ordinario di Sociologia generale all’Università Lumsa di Roma e vicepresidente della Fondazione Alessandra Bisceglia, curatore del volume “Le parole giuste. Giornalismo e comunicazione sociale: la responsabilità delle scelte”.
Il testo raccoglie le riflessioni e testimonianze condivise in occasione del conferimento del Premio giornalistico Alessandra Bisceglia per la comunicazione sociale nelle edizioni del 2022 e 2023, con i convegni “Fragili più fragili. Raccontare le malattie rare al tempo della pandemia e della guerra” e “Il giornalismo e le grandi paure. I media tra allarmismo e corretta informazione”.
L’iniziativa è promossa dalla Fondazione Alessandra Bisceglia in collaborazione con l’Ordine dei Giornalisti della Basilicata. Sarà proprio il presidente dell’Ordine professionale lucano, Mario Restaino a moderare l’evento, aperto al pubblico, al termine del quale saranno assegnati ai giornalisti iscritti cinque crediti per la formazione continua. Discuteranno del lavoro editoriale – dopo i saluti istituzionali e del direttore della Biblioteca nazionale di Potenza, Luigi Catalani – la curatrice Donatella Pacelli, il direttore scientifico della Collana Motus della Casa editrice Meltemi, Angelo Romeo, il presidente della Giuria del Premio Giornalistico Alessandra Bisceglia, Andrea Garibaldi e il caporedattore della Tgr Campania, Oreste Lo Pomo.
Il volume “Le parole giuste. Giornalismo e comunicazione sociale: la responsabilità delle scelte” nasce dall’esigenza di riflettere sull’importanza di parole e linguaggi che sappiano entrare nel cuore dei problemi al fine di contrastare la fragilità generata dalla malattia e da altre forme di sofferenza o marginalità. Tutto questo, raccontando il disagio con rispetto e senza generare allarmismi. Quali sono, insomma, le parole giuste per raccontare malattie, disabilità, fragilità?
Il testo – un libro corale nel quale quattordici giornalisti, due sociologi e un Prefetto vaticano (giornalista) ragionano, criticano, autocriticano, fanno proposte – prova a dare una risposta ad un quesito che dovrebbe porsi chiunque faccia informazione.